“Prezzo bloccato”, un’iniziativa di successo da ripetere nel 2010

PALERMO – Si è conclusa il 31 dicembre scorso la campagna “Prezzo bloccato” iniziata lo scorso 12 ottobre con la creazione di un “Paniere agroalimentare” che avrebbe dovuto tutelare consumatori e famiglie siciliane per i quali fare la spesa “non era più una cosa da tutti giorni”.
Avviata in diverse province siciliane, in base ad accordi che hanno coinvolto la Federconsumatori, l’Adiconsum, il movimento difesa cittadini, Adoc e Unione Nazionale Consumatori, nonché la SicilConad, l’iniziativa prevedeva l’offerta ai consumatori di undici prodotti di marca offerti al prezzo complessivo di € 9,90 .
 
Gli articoli sono stati a disposizione dei consumatori con riduzioni del 30/40 per cento sul prezzo di listino. I prodotti contenuti nel paniere sono: pasta, pelati, sugo, tovaglioli, latte, zucchero, caffè, biscotti, succhi di frutta, carta igienica, shampo.
L’iniziativa contro il carovita ha riscosso subito secondo l’Adiconsum di Agrigento un discreto successo (l’associazione aveva immediatamente evidenziato l’importanza della durata- ben tre mesi – del blocco dei prezzi) tale da far pensare per il prossimo anno scolastico ad un altro paniere : 9,90 euro per un kit completo di cartoleria, dai pastelli, ai quaderni, alle penne e così via.
La proposta del paniere alimentare è stata avviata ad Agrigento, maglia nera per reddito pro capite, grazie ad un protocollo sottoscritto alla Camera di Commercio, poi con lo stesso successo è stata avviata ad Alcamo con la collaborazione della Confcommercio ed in altri comuni. Per affrontare la difficoltosa congiuntura economica iniziata con la crisi del 2008 – che in Sicilia però si è aggiunta ad una situazione già poco florida – si è pensato di iniziare risparmiando su ciò di cui non si può fare a meno, al fine di venire incontro a quelle famiglie siciliane a cui basta poco per arrivare sull’orlo della crisi.
Per Vittorio Messina, presidente della Camera di Commercio di Agrigento il paniere è “Una risposta articolata ai bisogni della gente”. Messina, però, è anche presidente di Confesercenti. Ed è proprio il direttore della sua stessa associazione di categoria, Giuseppe Rampello, a criticare l’iniziativa soprattutto contestandola sul metodo: “Hanno danneggiato – dice Rampello – il 99 per cento degli esercenti alimentari della città di Agrigento creando il paniere alimentare in esclusiva con un solo esercizio alimentare senza peraltro proporlo a tutti gli altri operatori del settore”. A replicare è Alfonso Scanio: “Posso assicurare che al paniere agroalimentare abbiamo lavorato per oltre nove mesi. Tanti gli incontri a cui Confesercenti è stata invitata così come altre aziende della Gdo. Abbiamo dovuto costatare che la sensibilità e la disponibilità all’iniziativa sono state manifestate concretamente dalla Sicilconad. Non mi pare corretto, a cose fatte, lanciare accuse a Vittorio Messina, al Presidente D’Orsi che ha sposato l’intera iniziativa supportando l’assessore Mariano Ragusa e le associazioni dei consumatori. Peraltro la presenza del presidente della Camera di Commercio è, comunque, sinonimo di garanzia in quanto rappresenta ampiamente la categoria degli esercenti”.
A distanza di un anno dalla presentazione dell’iniziativa a Palermo da parte della Regione Siciliana, della Confcommercio e dei rappresentanti dei consumatori l’esperimento sembra ripetibile, perché il 2010 sebbene stando ai dati nazionali in lievissima ripresa non offrirà entrate di gran lunga diverse alle famiglie rispetto al 2009.
Apprezzabile quindi l’idea di moltiplicare i panieri a diversi settori di prima necessità, per rendere possibile l’acquisto per meno di dieci euro non solo di generi alimentari e di prodotti per l’igiene personale, ma anche appunto di  materiale scolastico, ed eventualmente necessario anche per gli studi universitari, e di prodotti per l’igiene della casa. Insomma, una soluzione per rendere accessibile a tutti ciò che per molti ormai è esoso; per quei molti che si avvicinano pericolosamente in Sicilia alla soglia della povertà.