Monsignor Montenegro, “Sicilia ferita mortalmente”

"La nostra terra è ferita mortalmente da tante situazioni inquietanti" e "la Chiesa spesso è disinteressata ai problemi sociali".
 
Lo ha detto, in un passaggio dell’omelia pronunciata in occasione del solenne pontificale dell’Immacolata Concezione, l’arcivescovo di Agrigento, il cardinale Francesco Montenegro.
 
"So che parlare di queste cose – ha aggiunto – non è popolare né gradevole" e ha elencato i mali dell’Isola, a cominciare dalla "alta disoccupazione giovanile, e non" definita come "un’inarrestabile emorragia di vita e vitalità che costringe a emigrare".
 
Ha parlato delle "famiglie spezzate anche a causa dell’emigrazione, con figli senza padri e mogli senza mariti, padri soli in terra straniera".
 
Ma non si è fermato a questo: "Le nostre strade – ha detto – non permettono comunicazioni veloci e sicure" e ha parlato anche dell’università "che stenta a ripartire".
 
Il cardinale Montenegro ha poi sottolineato come "il turismo mordi e fuggi non è risorsa né aiuta a una ripresa economica" e questo in un quadro in cui "le aziende sono quasi inesistenti e in difficoltà, la politica è litigiosa e poco creativa, l’artigianatoe tramonta, la violenza si chiama mafia e il potere si chiama massoneria".
 
"Ma so anche – ha aggiunto l’arcivescovo di Agrigento, che proprio nei giorni scorsi ha lasciato la guida della Caritas italiana – che in questa terra di Sicilia c’è tanta gente, giovane e meno giovane, coraggiosa e generosa, impegnata nel bene che getta testardamente i semi per un futuro diverso e migliore".
 
"Ed è la presenza di questa gente – ha proseguito – che fa dire che è possibile il meglio per questa terra. ‘Anche le nuvole più nere non sono mai così nere perché rivelano sempre un bordo d’argento’, dice un proverbio arabo".
 
"Proprio grazie a questa gente attiva e responsabile – ha concluso monsignor Montenegro – che, senza cadere in contraddizione, affermo che questo è pur essendo tempo critico è anche tempo in cui pulsa la vita e la luce. La natura stessa ci spinge alla speranza".