Affrontare la multiculturalità come una vera e propria mission

I flussi migratori, mai imponenti come oggi, hanno portato all’inserimento scolastico di bambini e ragazzi provenienti dalle aree più diverse del mondo e dalle condizioni più disparate: giovani di seconda o terza generazione di immigrati ma anche disperati in fuga da guerra e povertà.
 
Nel dramma causato dagli attacchi terroristici, nel frastuono di notizie, parole, slogan e annunci in cui ci immergono i mass media, la scuola è chiamata a rafforzare il proprio ruolo di agenzia educativa finalizzata alla formazione dei cittadini. In questi giorni violenti, mentre il rischio di derive xenofobe e intolleranti diventa maggiore, la scuola sembra essere l’unica istituzione in grado di diffondere la cultura della pace, della non violenza, dell’accoglienza e dell’accettazione.
 
Nel nostro Paese, gli esempi di scuole che hanno già affrontato e continuano ad affrontare con successo la complessa strada dell’integrazione sono numerosi; come numerose sono le difficoltà incontrate, dovute a carenze “strutturali” (investimenti, formazione insegnanti, insufficienza di mediatori linguistici), alle quali i docenti devono sopperire, nonché ai limiti dovuti a pregiudizi, timori e diffidenze delle famiglie e dunque dei ragazzi.
 
Le classi multiculturali si rivelano complesse, segnate da iniziali rallentamenti nell’attività didattica, soprattutto a causa della difficoltà di comunicazione. Tuttavia l’esperienza dimostra come docenti, genitori e alunni abbiano rilevato numerosi aspetti positivi nella presenza di stranieri nelle classi: crescita e arricchimento culturale, sviluppo del senso di solidarietà, di rispetto e di apertura all’altro, riduzione dei pregiudizi, maggiore facilità ad apprendere una nuova lingua.
 
Affrontare la multiculturalità è dunque l’impegno della scuola per ridefinire le conoscenze e i modi di pensare e comunicare dei “nuovi” cittadini. Insomma, multiculturalità non più come servizio ma come vera e propria mission, perché la sfida dell’inclusione la vinceranno i ragazzi ai quali la scuola consente di apprezzare il valore della convivenza in pace.