Le duecento telefonate giunte, tra le 3.23 e le sette del mattino, nella sala operativa del 112, il numero unico per le emergenze attivo a Catania, sono la testimonianza della notte di paura vissuta nell’area dell’Etna a causa dello sciame sismico in corso: più di mille scosse finora, con la più forte nel cuore della notte che ha provocato crolli e feriti. E scatenato attacchi di panico.
Un "malu Natali", come si dice in dialetto. E la situazione non è migliorata, a sentire il direttore dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Catania Eugenio Privitera, che ha affermato "la forte sismicità non ci lascia tranquilli", arrivando a sostenere: "Non si può escludere un’apertura di bocche a quote minori da dove si sono aperte adesso, in particolare modo nella zona di Piano del Vescovo a sud della Valle del Bove".
"Stiamo potenziando – ha aggiunto Privitera – i sistemi di rilevamento sismici e Gps della deformazione del suolo in quella zona. La situazione ricorda quella dell’ottobre del 1984 che provocò un morto a Zafferana Etnea: è sempre la faglia di Fiandaca, che quando si muove è pericolosa".
Alle 3.19 del mattino è stata registrata la scossa più forte, di magnitudo 4.8, tra Viagrande, Trecastagni e Zafferana.
E il fatto che si sia verificata soltanto a un chilometro di profondità, ne ha amplificato gli effetti distruttivi in zone molto vicine all’epicentro, provocando crolli in particolare in case vecchie e abbandonate. Nella frazione di Fleri sono venuti giù pezzi della facciata della chiesa, e altri crolli sono stati registrati a Santa Venerina. Danneggiate anche la matrice di Aci Sant’Antonio e la chiesa di Maria Santissima del Carmelo di Pennisi, una frazione di Acireale, dove sono crollati il campanile e la statua di Sant’Emidio, venerato perché ritenuto il protettore dei terremoti.
Una trentina i feriti – in abitazioni non a posto sotto il profilo statico – tutti in maniera non grave, compreso un ottantenne tratto in salvo dai Vigili del fuoco che sono stati impegnati per tutta la notte nelle operazioni di soccorso.
Subito dopo la forte scossa il prefetto di Catania, Claudio Sammartino, ha convocato nel Palazzo Minoriti il Centro coordinamento soccorsi per fare il punto sulla situazione. Da ieri sera le aree colpite vengono monitorate dal Centro Coordinamento Soccorsi (Ccs) allestito in Prefettura.
Sammartino, con il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, giunto a Catania in mattinata, ha sorvolato con un elicottero i sei Comuni più colpiti dal sisma: Zafferana Etnea (con la frazione di Fleri), Acireale (con la frazione di Pennisi), Aci Sant’Antonio, Aci Catena, Aci Bonaccorsi e Santa Venerina.
Al termine Borrelli ha preso parte a una riunione in Prefettura con i sindaci di Catania Salvo Pogliese e dei sei Comuni coinvolti "che – ha detto il capo della Protezione civile hanno evidenziato criticità e danni alle infrastrutture".
"Ora – ha aggiunto – lavoriamo per assistere popolazione, le persone che sono rimaste fuori dalle case, per dargli un ricovero e anche per verificare l’ agibilità degli edifici".
"Sono circa cinquecento le richieste di sopralluoghi in edifici dei sei comuni interessati dall’emergenza terremoto nel Catanese" ha detto il capo della Protezione civile. "La stima dei danni e le verifiche sono partite – ha aggiunto il Prefetto – ma è troppo presto ancora per fare un bilancio. La priorità è assicurare tempestività ed efficacia negli interventi e soprattutto di fornire una cornice di sicurezza e di ordine pubblico".
"La macchina regionale si è subito attivata – ha detto dal canto suo il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci – e coordinerà un tavolo per valutare l’ospitalità alberghiera e in altre strutture degli sfollati. Nel contempo sta approvvigionando cento tende da campeggio per eventuali necessità".
"Le strutture della città metropolitana – ha aggiunto il sindaco metropolitano Salvo Pogliese – sono al lavoro a cominciare dalle squadre viabilità delle Pubbliservizi. Sotto il coordinamento di Protezione Civile i tecnici della provincia parteciperanno ai controlli nelle strutture pubbliche, in particolare nelle scuole".
Sotto il profilo dei collegamenti, l’aeroporto di Catania è regolarmente operativo. Invece un tratto dell’autostrada Catania-Messina – tra i caselli di Acireale e Giarre – è stato chiuso per precauzione dopo la scoperta di lesioni sull’asfalto seguite al terremoto.
Nella zona industriale di Catania il sito di Catania di STMicroelectronics, azienda mondiale leader nel settore, la scorsa notte è stato fatto sgomberare e i dipendenti sono rientrati soltanto dopo il sopralluogo dei tecnici che hanno certificato la stabilità del sito.
E il consiglio degli esperti – sottolineato anche nel corso della riunione di stamane in Prefettura – è proprio quello, per le case anche di nuova costruzione e realizzate con criteri antisismici, di far subito controllare da tecnici abilitati gli edifici che presentino segni di danneggiamento.
Le abitazioni dunque vanno tenute sotto osservazione con la massima attenzione, rivolgendosi magari ai Vigili del fuoco, evitando di rimanere se non c’è maniera di metterle in sicurezza.
Scosse, anche forti, non si possono escludere perché dal punto di vista geologico il quadro è ancora problematico e potrebbe evolvere, come detto da Privitera, in una fase eruttiva diversa dall’attuale.
Lo sciame sismico, spiegano gli esperti, non si è mai fermato, segno che il dicco magmatico continua a spingere forte e, secondo gli esperti dell’Ingv, la situazione potrebbe perdurare. Alle bocche apertesi nei giorni scorsi in alta quota l’attività effusiva è in leggera diminuzione.
Insomma, non proprio un bel Natale quello sull’Etna.