MESSINA – “La liquidazione dell’Atm è una scelta politica del sindaco Cateno De Luca a cui il Consiglio comunale si è piegato senza leggere neppure l’ultimo bilancio. La situazione economica dell’azienda, rappresentata in modo allarmistico, è servita solo a giustificare l’operazione che porta alla nuova Spa”. Ne sono convinti i dirigenti della Uil che, nel chiedere al Consiglio il ritiro della delibera 72/C in autotutela, hanno elencato tutta una serie di elementi mai emersi, a dir loro, dai dossier del sindaco, in cui nella valutazione dei debiti sono stati sempre omessi o minimizzati aspetti come i crediti con la Regione e la rottamazione delle cartelle Inps.
Di altro avviso è il presidente Atm Pippo Campagna, che ritiene che ci siano motivi oggettivi per ritenere inevitabile la liquidazione. Ma una tessera in più di questo complesso puzzle è stata fornita dalla consulenza tecnica d’ufficio disposta dal Tribunale, che ha dato ragione ad Atm nel ricorso presentato contro la Regione per il riconoscimento delle differenze tra i contributi chilometrici erogati e quelli dovuti dal 2012 al 2016. Un passo decisivo, questo, per il contenzioso che l’Atm ha aperto nel 2016 e su cui sia il sindaco che Campagna si erano mostrati scettici. Secondo la relazione tecnica, l’Atm avrebbe diritto a un rimborso che si aggira tra i 2,5 milioni e i 9 milioni di euro e sarà il Giudice competente a fare il calcolo dell’ammontare.
“Se la sentenza confermerà anche in misura ridotta quanto riconosciuto dal Ctu – ha commentato Michele Barresi, segretario Uil Trasporti – le somme andranno nei bilanci di Atm dal 2012 al 2016, come crediti mai conteggiati, portando i conti non solo in pareggio ma addirittura in attivo. Dall’esame della delibera 72/C, con cui il Consiglio ha votato la liquidazione, emerge che l’atto è stato esitato senza il bilancio Atm 2017, documento finanziario che non è allegato neppure al Consolidato comunale, votato a dicembre, in cui è contenuto l’allineamento di tutte le partecipate”.
“Il bilancio 2017 – ha però specificato Campagna – è stato approvato da questo Cda e registra perdite per 3,6 milioni di euro, che vanno ascritte alla precedente gestione”.
“La delibera 72/C – ha sottolineato ancora Barresi – in violazione dell’articolo 50 dello Statuto di Atm, non prevede un termine temporale entro il quale deve concludersi la procedura di liquidazione, né nel frattempo sono stati nominati i commissari liquidatori. L’atto, insieme ad altri votati con troppa fretta e approssimazione, è anche viziato dal falso problema del Durc che, secondo il sindaco, avrebbe impedito il pagamento degli stipendi ai dipendenti. Ma la regolarità del Durc è garantita dal Piano di rottamazione dei debiti attivato da maggio 2018”.
Alla questione occorre aggiungere poi il tema della delibera 74/C, che dà vita al contratto di servizi di trasporto pubblico locale per gli anni 2019/2020. Si stabilisce che Atm, presumibilmente la nuova Spa, di cui non c’è alcun Piano industriale, produrrà 4,2 milioni di km su gomma e 350 mila di servizio tranviario all’anno, ma nel contratto votato non è indicato quanto il Comune pagherà il servizio e lo stesso parere favorevole dei dirigenti dell’area economico finanziaria rimanda la quantificazione dei costi al Bilancio previsionale 2019/2020.
Il dissenso della Uil nei confronti dell’ Amministrazione – che non riguarda solo Atm ma che investe l’impianto del Salva-Messina comprese le scelte su Messinaservizi e la neo Messina social city – secondo i sindacati avrebbe fatto scaturire quel clima di intimidazione culminato con la sospensione per 15 giorni dal servizio del segretario aziendale Atm Paolo Frigione per un commento sui social e il licenziamento di tre iscritti Uil dell’indotto Amam. Gli episodi sono stati denunciati dal segretario generale Uil Ivan Tripodi, che ha già querelato De Luca per le “nefandezze espresse – ha affermato – nei confronti della Uil. Continueremo a partecipare ai tavoli e a esprimere le nostre posizioni. Il sindaco non accetta le regole della dialettica democratica. ma noi non ci faremo intimidire”.