Non si capisce per quale motivo, i responsabili delle trasmissioni informative televisive e radiofoniche invitino persone e opinionisti che rappresentano solo se stessi e non una fetta di pubblico vasto come quello del Meridione, ove risiedono oltre venti milioni di cittadini. È vero che questo terzo del territorio, comprendente otto Regioni, è molto indietro sul piano economico, sociale e organizzativo, con una Pubblica amministrazione scassata, clientelare e spesso corrotta, ma è anche vero che vi sono molti suoi figli in condizione di esprimere opinioni e di fare valutazioni sulle vicende nazionali, le quali non possono essere viste e ponderate solo da Nord.
Si rende necessario, quindi, un riequilibrio delle presenze, con giornalisti, direttori e intellettuali del Sud, che vivono a Sud, nel territorio e che sono consapevoli della realtà e delle vicende che ivi si svolgono. Essi hanno gli stessi titoli e la stessa dignità di tutti gli altri, che invece sono costantemente presenti negli spazi più volte richiamati, ove stranamente lo squilibrio indicato non è notato.
L’Italia vista da Sud. Ecco cosa manca alla buona informazione televisiva e radiofonica nazionale perché osservi i principi deontologici e costituzionali di obiettività, completezza e trasparenza.
L’Italia vista da Sud: ecco cosa è necessario all’equità del dibattito nazionale, per far capire a tutta la Comunità come sia indispensabile mettere in moto i processi di modernizzazione del Mezzogiorno, che in atto è un peso morto per la parte trainante del Nord. Ribaltando lo stato dei fatti e lottando con ogni mezzo malavita organizzata e attività in nero, si può mettere in moto l’indispensabile processo di crescita e ridurre, passo dopo passo, il divario fra Sud e Nord.
Al danno di non essere chiamati da televisioni e radio nazionali nel dibattito informativo, si aggiunge la beffa che, qualche volta, il direttore di un quotidiano, un giornalista o un intellettuale venga chiamato in causa se c’è un evento, spesso negativo, per esempio siciliano, su cui si punta l’opinione pubblica nazionale. Si tratta di un’ulteriore ghettizzazione nel mondo dell’informazione e della comunicazione e noi tutti, che facciamo questo mestiere, ci dovremmo rifiutare di intervenire solo nelle occasioni sopra citate.
L’Italia vista da Sud: muoviamoci per riequilibrare l’informazione. Non è mai troppo tardi.