Trapani – Ex Provincia Trapani al tracollo, la mobilitazione dei sindacati

TRAPANI – Un tavolo di confronto immediato alla Regione per l’emergenza finanziaria dell’ex Provincia regionale di Trapani.
 
A richiederlo sono i sindacati, primo fra tutti il Csa, per evitare l’esubero del personale contrattista e la dismissione di tutti gli affitti ad uso scolastico per le scuole superiori. Sono questi infatti i primi due effetti immediati e proprio per questo il Csa batte i pugni sul tavolo e prova a richiamare il governo regionale rispetto a quella che può prefigurarsi come una vera e propria catastrofe sul territorio: “Rimangono concreti – afferma il segretario del Csa di Trapani Giuseppe Badagliacca – i rischi del licenziamento di venti lavoratori del Libero Consorzio Comunale di Trapani, della riduzione dei locali in affitto che ospitano gli edifici scolastici e quindi dell’introduzione dei doppi turni e dell’impossibilità a intervenire su molte strade provinciali che resterebbero percorribili solamente ai mezzi con carico ridotto o che potrebbero essere, addirittura, chiuse al transito. Chiediamo al presidente della Regione Nello Musumeci ed all’assessore regionale Bernadette Grasso l’attivazione di un tavolo di confronto al fine di individuare un percorso che possa mettere in sicurezza i lavoratori di ruolo e dare speranze ai precari di questi enti”.
 
Il sindacato punta il dito in realtà sul precedente governo nazionale e regionale targato Pd, accusati entrambi di aver portato avanti sei anni di politiche approssimative e contraddittorie che avrebbero portato al fallimento le ex Province: “Adesso – aggiunge Badagliacca – si sta materializzando quella macelleria sociale che il Csa aveva tristemente presagito”.
Intanto, c’è la delibera di fine anno del commissario dell’ex Provincia, Raimondo Cerami, con cui si mettono in esubero una ventina di dipendenti che, in assenza di ricollocazione, verranno definitivamente licenziati fra 24 mesi: la macchina è partita e, in assenza di rimedi, coinvolgerà ben presto migliaia di lavoratori.
 
“Le cause di questo sfascio, che rischia anche di innescare una pericolosa guerra fra poveri, – sostiene il numero uno provinciale del Csa – si leggono chiaramente nello stesso provvedimento e sono tutte da imputare alla Regione: mancata attivazione dell’Osservatorio Regionale, esclusione di contributi per le stabilizzazioni a cui si aggiungono mancate emanazioni di appositi decreti”.