In Sicilia un posto letto per ogni 48 anziani

ROMA – Gli anziani, si sa, hanno bisogno di supporto e assistenza sia sanitaria che sociale; vari sono i problemi che riguardano la terza età, dalla salute, alla solitudine, alla mancanza di autosufficienza, per quella che è sicuramente l’età più difficile per ogni essere umano a causa sia della perdita di energie che di rapporti interpersonali; le famiglie non sempre hanno la possibilità di supportare le persone di una certa età economicamente, dunque è spesso necessario l’intervento delle istituzioni e di altri enti pubblici o privati.
 
 
Nella nostra regione un milione di persone supera i 65 anni di età, pari ad un quinto della popolazione come emerge da un’indagine di Uecoop, Unione europea delle cooperative evidenziando dunque l’importanza dell’assistenza e del sostegno agli anziani.
 
Sull’isola la spesa pubblica destinata ad interventi per servizi sociali si aggira intorno ai 50 milioni di cui metà è destinata all’assistenza domiciliare e alle strutture residenziali, rispettivamente per 17 e 15 milioni di euro con i comuni che spendono in media 99 euro pro capite per le politiche sociali e la famiglia.
 
A fronte di previsioni che a livello nazionale prevedono una crescita della popolazione over 65 che entro il 2050 sarà di 20 milioni contro i 13,5 attuali, anche in Sicilia – sottolinea Uecoop – ci si aspetta un aumento del bisogno di assistenza e delle risorse investite, considerato che se si considerano i posti letto nelle 961 case di riposo dell’Isola sono appena 21.294, in pratica 1 ogni 48 anziani.
 
Come sottolineano dall’Unione europea delle cooperative, quello di garantire servizi adeguati è quindi una sfida importante sia per gli enti pubblici che per il mondo cooperativo chiamati a unire a favore dei cittadini il welfare statale con il meglio dell’offerta di assistenza delle cooperative che operano nel sociale e nella sanità. Un tema di grande importanza dunque, quello dell’assistenza ali anziani anche a livello nazionale.
 
Con -18,2% in un anno la Sicilia è la Regione italiana che ha fatto registrare il calo più forte nella spesa sociale dei Comuni passata da 121 a 99 euro pro capite a fronte di una media nazionale di 141 euro.
 
Il Friuli Venezia Giulia è la realtà che investe maggiormente nel nostro Paese con 346 euro, seguita dalla Sardegna con 309 e dalle province di Bolzano e Trento (rispettivamente con 275 e 218 euro).
 
Come spiegano da Uecoop, “tenuto conto che il mondo cooperativo socio sanitario segue già 7 milioni di italiani grazie al lavoro di oltre 355 mila addetti, la sfida del futuro è quella di potenziare l’assistenza creando un sistema che integri risorse pubbliche e private, formando personale altamente professionalizzato in grado di rispondere al meglio alle richieste del mercato del lavoro e rilanciando così anche l’occupazione sia nella fascia giovane che in quella degli “anta” che magari ha bisogno di essere ricollocata a seguito di crisi aziendali”.
 
“Il tutto all’interno di un sistema di regole e controlli che garantiscano legalità e diritti dei lavoratori in un’evoluzione virtuosa e sostenibile dell’economia e dell’occupazione” sottolinea il Presidente di Uecoop Gherardo Colombo e aggiunge: “Uecoop punta sui valori che contraddistinguono un modello di vera cooperazione in grado di dare un contributo reale alla soluzione dei problemi del Paese: dal lavoro ai migranti, dallo sviluppo economico al welfare. Per un sistema opposto a quello che guarda alla cooperazione come a uno strumento per risparmiare sul costo del lavoro e sulla qualità dei servizi o come a un modo per sfruttare il business delle migrazioni”.
 
Il mondo delle cooperative, come sottolineano ancora da Uecoop, offre lavoro a più di 1,28 milioni di persone.