GELA (CL) – I cambiamenti climatici sono un argomento di grande interesse e attualità. Uno dei maggiori responsabili delle variazioni climatiche che provoca l’aumento dell’effetto serra, e quindi dei cosiddetti gas serra, come l’anidride carbonica e l’anidride solforosa è lo smog.
Per smog, chiamato anche nebbia nera, intendiamo una forma di inquinamento atmosferico nei bassi strati dell’atmosfera terrestre. Esso è causato principalmente dal traffico automobilistico mentre nelle zone meno popolate sono le industrie ad incidere notevolmente sul fenomeno e il rischio è davvero molto elevato. La particolarità di questo smog è l’elevata concentrazione di ozono a bassa quota: si tratta di una forma di inquinamento altamente cancerogena, che può irritare le vie respiratorie e provocare disturbi di tipo visivo.
Gli elementi che caratterizzano lo smog sono le piogge acide che sono causate essenzialmente dagli ossidi di zolfo e, in parte minore, dagli ossidi d’azoto. Il problema dell’inquinamento atmosferico nelle città italiane non deve essere preso alla leggera. Nel 2016, oltre 32 città hanno superato la soglia massima consentita dalla legge riguardo alle emissioni. I dati sono piuttosto allarmanti, tanto che sono stati presi provvedimenti per limitare il traffico, soprattutto nelle città più inquinate come Torino, Milano e Roma.
“È inaccettabile che per combattere lo smog sia stato deciso il blocco di mezzi commerciali acquistati e magari appena finiti di pagare, come molti diesel euro 5. La tutela della salute e dell’ambiente è assolutamente un obiettivo da perseguire, ma occorre farlo con gli strumenti migliori e con una politica di prevenzione più incisiva”. Così Corrado Alberto, presidente di Api Torino, commenta la decisione di bloccare anche la circolazione dei veicoli diesel euro 5 oltre che benzina euro 1.
Ci sono poi divieti ulteriori, che non riguardano il traffico, come i 19 gradi di media di riscaldamento e l’obbligo di utilizzare nei generatori di calore pellet di potenza termica nominale inferiore ai 35 kW, pellets che siano realizzati con materiale vegetale e il divieto di combustione all’aperto del materiale vegetale nel periodo compreso tra il 1 novembre e il 31 marzo. Inoltre vi sono una serie di accorgimenti che possiamo prendere per difenderci dallo smog:
• Evitare di camminare su strade particolarmente trafficate.
• Usare mascherine con un livello di protezione per filtrare le polveri sottili.
• Non fumare, in luoghi chiusi e soprattutto in presenza di minori o anziani.
• Evitare la metropolitana se si hanno problemi respiratori o cardiaci
• Aprire le finestre della casa per far cambiare aria
• Utilizzare sistemi di depurazione dell’aria domestica con filtri capaci di catturare anche le polveri sottili.
• Evitare di usare incenso, candele e profumatori per la casa.
Infine la raccomandazione che tutti i medici fanno è mangiare tanta frutta e verdura dalla lattuga agli spinaci. Le proprietà antiossidanti di questi cibi sono ampiamente riconosciute e permettono di contrastare gli effetti di una giornata vissuta immersi nello smog. “Nel caso dell’inquinamento ambientale – spiega la dottoressa Valentina Venanzi, biologa nutrizionista – tutta l’alimentazione quotidiana svolge un’azione importante”. Un piano alimentare anti smog? “Al mattino – suggerisce la nutrizionista – appena svegli bere 2 bicchieri di acqua calda con limone e radice di zenzero. A colazione, si può scegliere una spremuta di pompelmo, una tazza di tè verde e cereali integrali, oppure pane integrale tostato. A pranzo, una porzione di cereali non raffinati, integrali come orzo, farro, riso o pasta integrale, una porzione di carne bianca abbinata a una porzione di verdure verdi condita con olio d’oliva. Per merenda, una spremuta di pompelmo con zenzero o un infuso di tarassaco o tè verde con 20 gr di cioccolato extrafondente. Per cena, invece, salmone o pesce azzurro accompagnato da cavoletti di Bruxelles o broccoli al vapore, oppure da una insalata di pomodori con prezzemolo.
Questi sono solo consigli che ad oggi conosciamo e che potremmo già mettere in atto, perché ognuno di noi dovrebbe essere disposto a rinunciare ad un po’ di benessere e di tecnologia, per avere un pianeta più respirabile. Ma siamo pronti al sacrificio…?
Laura Strabone, Michelle Oliva
VB dell’I.I.S.S. “Sturzo” di Gela