Messina – I cittadini invasi dalle cartelle pazze ora pensano a un maxi-risarcimento

MESSINA – La vicenda delle cartelle Imu inviate in blocco, di cui almeno la metà per errore, è destinata ad avere degli strascichi per il Comune. Le associazioni che tutelano i consumatori infatti sono pronti a dare il loro sostegno agli utenti destinatari delle notifiche, per aprire un contenzioso e chiedere un risarcimento milionario a Palazzo Zanca.
 
“Le 23.000 cartelle pazze – ha affermato Ernesto Fiorillo, presidente nazionale di Consumatori associati – costituiscono un tentativo da parte dell’Ente per costringere a pagare somme non dovute. È inaccettabile. La maggior parte delle cartelle recapitate sono frutto di errori grossolani dove si avanzano pretese palesemente infondate in quanto riferite a un debito tributario già pagato o caduto in prescrizione. In buona parte dei casi i contribuenti, dopo essersi resi conto che l’atto ricevuto è del tutto infondato, non riescono a ottenere un provvedimento di annullamento”.
 
“Inviare atti emessi nello stesso momento mediante procedure automatizzate – ha aggiunto – in assenza di un preventivo controllo e indirizzate a migliaia di contribuenti, ha creato una confusione totale negli uffici. Gli impiegati non riescono a rispondere a tutte le richieste che ricevono e a farne le spese, come al solito, sono quei contribuenti che, pur avendo regolarmente pagato il proprio debito, si trovano costretti ad affrontare file interminabili con ore di attesa senza la garanzia di vedere soddisfatte le proprie ragioni”.
 
Poi ci sono quegli utenti che neppure vanno allo sportello, rinunciando a fare valere i propri diritti. “I cittadini – dice Fiorillo – non hanno tempo per fare la fila davanti agli Uffici del Comune per spiegare che loro quei soldi chiesti nelle cartelle non li devono pagare. Per non parlare poi del fatto che gran parte delle cartelle sono state notificate dopo il primo gennaio 2019 e, quindi, sono prescritte. Abbiamo organizzato un gruppo di avvocati a disposizione dei nostri associati che si opporranno alle ingiuste richieste”.
 
Il maxi errore di procedura commesso è stato spiegato dal sindaco Cateno De Luca con il mancato allineamento del database dell’Ufficio Tributi con i dati inviati periodicamente dal Catasto, disfunzione di cui vengono incolpati i precedenti esecutivi di Palazzo Zanca.
 
“Apprezziamo – ha affermato Fiorillo – che finalmente, dopo un mese, il sindaco abbia chiesto scusa e si sia almeno assunto le responsabilità. In ogni caso è troppo facile ribadire ancora una volta che la colpa è delle Amministrazioni precedenti, perché a noi sembra una sterile polemica. Se è vero che qualcuno non ha fatto ciò che doveva fare bisogna attivare l’accertamento per il danno erariale, invece di sterili proclami. Quello stesso danno erariale che sicuramente è stato prodotto con la notifica delle cartelle a chi non doveva riceverle”.
 
Sono state evidenziate poi alcune stranezze. Nelle cartelle pervenute ai contribuenti si parla di euro 6,50 per spese di notifica di ogni singola cartella, ma il Comune sostiene che il costo sarebbe di euro 4,20. L’operazione è quindi, fino a oggi, costata circa 200 mila euro solo per le spese di spedizione.
 
“È bene chiarire – ha concluso Fiorillo – che l’opposizione, con richiesta di conciliazione, deve essere spedita al Comune entro 60 giorni dall’arrivo della comunicazione, altrimenti l’atto, anche se nullo o sbagliato, diventa definitivo e si passa al pignoramento, al sequestro e, comunque, all’esecuzione forzata”.
 
La settimana scorsa, a valutare una Class action contro il Comune, erano stati i rappresentanti di Adoc e Confconsumatori che avevano anche chiesto che si consentisse ai cittadini di chiarire la propria posizione anche successivamente alla scadenza del termine di pagamento di 60 giorni.