“Reddito di cittadinanza, illusione pensare che creerà posti di lavoro”

ROMA – “Affermare che l’applicazione del reddito di cittadinanza abbia la capacità di creare nuovi posti di lavoro è soltanto espressione di una illusione. Illusione che diventa smisurata quando gli si imputano addirittura incrementi dell’occupazione dell’ordine di grandezza di ‘un milione’ in tre anni. Illusione nella quale, purtroppo, sembrano talvolta cadere gli stessi sostenitori del reddito di cittadinanza”. Così, in un commento pubblicato sulla nota Isril, Sebastiano Fadda, professore ordinario di Economia politica presso il Dipartimento di Economia dell’Università di Roma Tre.
 
Si tratta di un’illusione, spiega Fadda, “semplicemente perché il meccanismo delle ‘politiche attive del lavoro’, di cui il reddito di cittadinanza dovrebbe essere la colonna portante, ha la proprietà di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, ma non quella di accrescere la domanda”. “In altre parole, tende a coprire i posti vacanti, e quindi in tal modo ad aumentare l’occupazione facendo diminuire la disoccupazione frizionale, ma non a creare nuovi posti di lavoro”, aggiunge.
 
“La rimozione di tutti i fattori che ostacolano l’incontro tra domanda e offerta di lavoro (in particolare l’insufficiente informazione, le procedure selettive, il mismatch tra caratteristiche della domanda e caratteristiche dell’offerta) costituisce l’obiettivo delle politiche attive del lavoro”, dice il professore.
 
“Di conseguenza, quando col reddito di cittadinanza saranno eliminati questi ostacoli, tutti i posti vacanti saranno coperti e l’occupazione crescerà, ceteris paribus, in egual misura. Perciò, dire che il reddito di cittadinanza farà aumentare l’occupazione di un milione di unità significa dire che esiste un milione di posti di lavoro disponibili, ma non coperti per cause di natura frizionale, il che intuitivamente sembra un po’ esagerato, salvo prova contraria", conclude.
 
Il reddito di cittadinanza, se correttamente applicato, è in grado di dispiegare tutti i suoi effetti potenziali soltanto se accompagnato da una serie di altre misure di politica economica, come parte costitutiva di una strategia organicamente concepita per integrare le politiche del lavoro con le politiche di sviluppo”. è l’opinione, espressa sulla nota Isril, di Sebastiano Fadda, professore ordinario di Economia politica presso il Dipartimento di Economia dell’Università di Roma Tre.
 
“Elaborare tale strategia complessiva – scrive Fadda nella nota Isril- dovrebbe costituire il fondamento dell’azione di governo. La titolarità unificata dei due ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico sembrava presentare una occasione favorevole per procedere in questa direzione innovativa rispetto ai frammentati e disorganici interventi del passato”.
 
“Può darsi che il processo sia incominciato, ma non vorrei condividere in proposito l’esortazione di Leopardi, che il risultato ch’anco tardi a venir non ti sia grave”, conclude.