Dalla Regione 5 milioni per teatri pubblici e privati

PALERMO – Nel 2021, se le intenzioni del legislatore saranno rispettate, la Sicilia avrà più teatri e quelli esistenti saranno meglio attrezzati.
 
È proprio con questa finalità che l’Assessorato ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana della Regione, tramite l’Avviso pubblicato su Gazzetta Ufficiale a fine gennaio, ha deciso di stanziare in via straordinaria 5 milioni di euro per sedi teatrali pubbliche e private.
 
Con queste somme, sarà possibile ripristinare l’agibilità e la fruibilità di edifici anche attualmente non operanti, adeguare, ristrutturare e/o mettere a norma teatri in uso, ma anche acquistare e installare attrezzature tecnologiche per incrementare la flessibilità, la produttività e la potenzialità degli spazi destinati alla programmazione ed alla produzione di spettacoli.
 
La dotazione finanziaria sembra ingente ma rispetto alle esigenze reali dei teatri siciliani (soprattutto gli stabili, che però naturalmente possono contare su fondi ordinari in altri capitoli di bilancio) rischia di rivelarsi insufficiente.
 
Bene ha fatto così il legislatore a prevedere un tetto massimo a singolo contributo – stimato in 300.000 euro – in maniera tale da evitare maxi operazioni che avrebbero avvantaggiato solo un territorio con relativo pubblico, e prevedere invece una serie di interventi mirati a macchia di leopardo in tutta l’isola.
 
Per intenderci, il progetto milionario di ristrutturazione del Teatro in Fiera di Messina, presentato nelle scorse settimane dall’Autorità Portuale dello Stretto, non potrà essere finanziato da questo fondo se non in piccola parte. E in linea con questo principio, il bando prevede che il contributo possa arrivare a coprire anche il 100% del valore del progetto se a presentare istanza sarà un ente pubblico, e l’80% se si tratterà invece di ente privato.
 
Nella bilancia dei pro e dei contro, va però anche considerato che il bando prevede che i progetti abbiano anche un valore minimo (100.000 euro per l’adeguamento e 40.000 per l’innovazione), e ciò sicuramente lascerà fuori dalle graduatorie piccole realtà indipendenti, che magari avrebbero bisogno solo di un contributo di qualche migliaia di euro per raddoppiare il numero dei posti, rinnovare gli arredi o acquistare attrezzature per diversificare l’attività.
 
Quanto al dispositivo tecnico, ogni Comune non potrà presentare più di un’istanza, a eccezione delle Città Metropolitane che ne potranno presentare due. Gli interventi non dovranno essere stati avviati prima della pubblicazione del bando e saranno accompagnati da apposito progetto definitivo o esecutivo dei lavori.
 
Sono ammissibili spese tecniche di progettazione, studi e analisi, rilievi, direzione lavori, collaudi, perizie e consulenze tecniche e professionali, spese per opere edili, di restauro, murarie e impiantistiche, spese per acquisto di arredi e attrezzature permanenti, Imposta sul Valore aggiunto, nonché ogni altro tributo o onere fiscale, previdenziale o assicurativo attinente alla realizzazione dell’intervento. Importante: sono ammissibili solo quei progetti relativi a sedi di spettacolo in cui si svolge un’attività che non riveste carattere economico, quindi rimangono fuori dalla “platea” (scusate il gioco di parole) i teatri commerciali.
 
Le domande di contributo dovranno essere presentate all’indirizzo PEC dipartimento.beni.culturali1@certmail.regione.sicilia.it entro e non oltre le ore 12:00 del 15 marzo 2019, e le attività si concluderanno obbligatoriamente entro la fine del 2020.