Palermo – Anche in città stop alla plastica e i commercianti appoggiano il Comune

PALERMO – “A decorrere dal 15 febbraio 2019, in occasione di feste pubbliche, manifestazioni, concerti, sagre, mercatini ed eventi similari svolgentisi su suolo pubblico, sia occasionali che periodici, vietare a commercianti, privati, associazioni, enti etc. di commercializzare e/o distribuire agli espositori partecipanti e agli utenti, sacchetti nonché stoviglie (piatti, bicchieri, posate, cannucce, bastoncini mescolatori etc…) che non siano realizzati in materiale biodegradabile e compostabile”. È quanto si legge nell’ordinanza del Comune di Palermo n.12 dell’1/2/2019 a firma del sindaco Leoluca Orlando.
 
Palermo quindi, nonostante non riesca ad avviare la gara settennale per la gestione dei rifiuti differenziati e mentre il suo dato sulla raccolta rimane sotto la media regionale, ha deciso di avviare così la sua svolta green, addirittura anticipando i tempi imposti dall’Europa in materia di lotta alla plastica.
 
È dunque una delle prime iniziative nel quadro di un progressivo e generalizzato piano di abbandono dell’uso dei sacchetti per la spesa e stoviglie in materiale non biodegradabile e/o compostabile per tutti i cittadini residenti, turisti e visitatori della Città di Palermo che sarà poi completato con il divieto di prodotti di plastica monouso nei centri commerciali prima e per tutti gli operatori commerciali della città poi, a prescindere dall’uso di suolo pubblico in occasione di feste e sagre.
 
Una presa di coscienza ambientalista che tiene in considerazione il sempre più preoccupante impatto sul nostro ambiente dei rifiuti in plastica. Si è poi tenuto presente delle scelte del Parlamento e del Consiglio europeo del dicembre 2018, con l’obiettivo di raggiungere un taglio della produzione di oggetti monouso in plastica a partire dal 2021. Una proposta che si sposa anche con l’adesione del Comune di Palermo alla Carta di Bologna per un “percorso di pianificazione strategica di interventi, azioni e scelte di politica amministrativa finalizzate a una “riconversione eco-logica degli stili di vita e dei consumi” attivando (in ambito metropolitano) sinergie con altri Enti, coinvolgendo anche attività produttive, commerciali, associazioni di Categoria e associazioni ambientaliste e di cittadini favorendo percorsi di democrazia partecipata che danno maggiore garanzia del raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei rifiuti.
 
Mi trovo completamente d’accordo – ha commentato Antonio Cottone presidente della Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe) di Confcommercio Palermo – nel vietare l’uso di materiale non biodegradabile nelle varie manifestazioni comunali su suolo pubblico”.
 
Una decisione ambientalista che però potrebbe portare a un maggiore costo per i commercianti. La plastica, almeno al momento, costa meno delle materie compostabili, ma tale variazione nel prezzo, almeno secondo Cottone sarebbe “minimo, di pochi centesimi a stoviglia”. Anche se il timore è che i venditori possano aumentare i prezzi per fare pagare la maggiorazione all’utente finale.
 
“Dipende tutto – ha concluso – dal punto di vista. Se noi pensiamo ai conti del giorno certamente è un costo in più, ma se pensiamo al futuro dei nostri figli e al benessere del mondo che dobbiamo lasciargli non lo è. Con il tempo, poi, la legge di mercato dovrebbe fare abbassare i prezzi di queste materie alternative alla plastica, ma magari si potrebbe chiedere alle aziende produttrici, sin da subito, di rivedere i costi per gli utenti finali”.