Stazione Rfi di Fontanarossa, al via i lavori. Regione promette: “Pronta a giugno 2020”

CATANIA – Un cantiere aperto, un costo complessivo di 15 milioni di euro e l’impegno di tutte le Istituzioni per far sì che la Sicilia ritorni all’avanguardia sul campo delle infrastrutture. Si è tenuta ieri, alla presenza del presidente della Regione, Nello Musumeci, dell’assessore alle Infrastrutture e Mobilità, Marco Falcone, del direttore regionale di Rete ferroviaria italiana (Rfi), Michele Laganà, del sindaco della città di Catania, Salvo Pogliese, e dell’ad di Sac, Nico Torrisi, l’incontro con i giornalisti per inaugurare l’inizio dei lavori della futura stazione ferroviaria di Fontanarossa.
 
 
Uno snodo che fungerà da collegamento tra l’aeroporto di Catania, ormai centro nevralgico del turismo siciliano, e i centri abitati serviti dallo scalo. Un piano di intermodalità tra ferrovia e aeroporto di cui si parla da anni e la cui valenza non sarà solo metropolitana bensì regionale.
 
La fermata sorgerà a circa 700 metri dal terminal e in prossimità della pista. Si prevede anche l’impiego di una navetta su gomma a far la spola tra l’aerostazione e la fermata, in modo da accorciare ulteriormente i tempi di connessione tra le due infrastrutture e venire incontro alle esigenze di cittadini e turisti. La realizzazione dell’opera, che come detto ha un costo complessivo di 15 milioni, sarà eseguita dall’impresa Vi.D.R.: la ditta edile “di fiducia” di Rfi Spa sul territorio siciliano, a cui è stata affidata anche la realizzazione delle nuove linee Catania-Messina e Catania-Palermo.
 
I lavori si articoleranno in due fasi: “La prima – sottolinea l’ingegnere Laganà su sollecitazione del presidente della Regione – prevede la creazione di una fermata con doppio marciapiede e di un sottopasso (la cui realizzazione comporterà l’abbattimento di un canneto con un inevitabile – stando alle parole di Musumeci – ‘danno ambientale’, nda) che consentirà il collegamento con l’aeroporto attraverso il servizio di bus navetta gestito dalla Sac. La seconda fase prevede, invece, l’impiego di 10 milioni di euro e vedrà la realizzazione della vera e propria stazione ferroviaria e di una connessione stabile con i terminal aeroportuali attraverso l’installazione di un people mover sopraelevato”. Una volta completata la prima fase, l’area sarà già a disposizione dei passeggeri che potranno usufruire dei servizi igienici e degli ascensori di comunicazione con il sottopasso.
 
Circa i tempi di realizzazione, Laganà – incalzato dal presidente Musumeci, il quale ha ribadito la necessità di accorciare i tempi perché “i cantieri in Sicilia devono durare tanto quanto nel resto d’Italia” – ha risposto che “il primo lotto è già stato affidato e l’area di cantiere è stata predisposta. Stiamo definendo la prima fase concernente la bonifica del terreno dagli ordigni bellici e successivamente partiranno le attività di cantiere”.
 
A togliere dagli impicci l’ingegnere è – come definito dallo stesso Musumeci – “la parte buona delle Istituzioni”, l’assessore Falcone, secondo il quale i lavori dovrebbero terminare entro la primavera del prossimo anno. “A gennaio 2020 dobbiamo finire le opere civili – ha detto l’assessore alle Infrastrutture e alla Mobilità – a giugno dobbiamo completare l’opera e metterla in funzione. Già domani nell’incontro che si terrà a Palermo discuteremo della messa in atto del people mover”.
 
Tutto questo – parafrasando il presidente Musumeci – non avrebbe senso se non si predisponesse un servizio veloce ed efficiente. “Affronteremo il discorso con Trenitalia – ha annunciato Musumeci – Un treno-lumaca non può risolvere alcun problema”.