Partite Iva, al Sud e nelle Isole il 34,6% delle nuove aperture nel 2018

ROMA – Il 12 febbraio l’Osservatorio delle partite Iva del ministero Economia e finanza ha diffuso la sua annuale “Sintesi dei dati delle aperture”, relativa al 2018.
Secondo il rapporto del Mef, nell’anno trascorso sono state aperte circa 512.800 nuove partite Iva: in confronto all’anno precedente si è registrata una sostanziale stabilità (-0,5%).
 
Circa il 43% delle nuove aperture è localizzato al Nord, determinando un leggero aumento rispetto al 42,5% del 2017. Il 22,1% si rileva al Centro e il 34,6% interessa Sud e Isole. Il confronto con l’anno precedente evidenzia che i maggiori incrementi di avviamenti si sono registrati in Lombardia (+2,1%), in provincia di Bolzano (+2%) e in Calabria (+1,8%). Le flessioni più significative riguardano, invece, la Basilicata (-6,8%), l’Umbria (-6,7%) e le Marche (-6,6%). Lieve calo dunque per il sud, che nel 2017 aveva registrato il 35%. Facendo riferimento al terzo trimestre del 2018, le diminuzioni più consistenti si sono verificate in Sicilia, arrivando a registrare -18,7%, principalmente nel settore ricettivo e della ristorazione.
 
La classificazione in base alla natura giuridica mostra che il 70,2% delle partite Iva è stato aperto da persone fisiche, circa il 24% da società di capitali e solo il 4,4% da società di persone. Rispetto al 2017 tutte le principali forme giuridiche mostrano una flessione di avviamenti: minima per le società di capitali e le persone fisiche, più decisa per le società di persone (-9,4%). Si nota, inoltre, un deciso incremento di partite Iva avviate da soggetti non residenti (+75,2%), concentrate in particolare nell’attività di commercio elettronico. Durante il terzo trimestre del 2018 le nuove partite Iva attivate facevano già soprattutto capo a persone fisiche e solo in misura minore sono state aperte da società di capitali (23,7%) e di persone (3,6%).
 
In calo dunque, nonostante l’apparente ripresa nel corso dell’anno, le nuove partite Iva intestate a società di persone: hanno registrato una contrazione del 15,2% contro una riduzione di quelle delle persone fisiche di poco superiore al 2%
 
Analizzando invece il settore produttivo, la catalogazione evidenzia che il commercio continua a registrare il maggior numero di aperture di partite Iva (il 20,6% del totale), seguito dalle attività professionali (15,4%) e dall’agricoltura (10,8%). Rispetto al 2017 fra i settori principali si osservano apprezzabili aumenti di aperture per istruzione (+9,8%), servizi di informazione (+4,4%) e attività professionali (+4,3%). Le flessioni più significative si rilevano nel settore dell’alloggio e della ristorazione (-6%), nei trasporti (-5%) e nelle attività manifatturiere (-2,9%).
 
Per quanto riguarda le persone fisiche, la ripartizione per sesso è sostanzialmente stabile, con il 61,6% di aperture da parte di soggetti di sesso maschile.
 
Se il dato in esame è invece l’età, possiamo notare come il 46,8% delle nuove partite Iva sia stato avviato da giovani fino a 35 anni ed il 32,6% da soggetti nella classe 36-50 anni. Il confronto con l’anno 2017 mostra un calo di avviamenti solo per la classe 36-50 anni (-2,6%), mentre l’aumento maggiore riguarda la classe più anziana (+3,6%).
 
La distribuzione delle nuove aperture di partite Iva sulla base del Paese di nascita evidenzia che circa il 17% degli avvianti è nato all’estero.
Nell’anno 2018, infine, i soggetti che hanno preferito il regime forfetario al regime fiscale ordinario sono stati 195.559, con un aumento del 6% in confronto al 2017; tali adesioni rappresentano il 38,1% del totale delle nuove aperture di partita Iva.