Pacchi di generi alimentari in cambio di voti: così gli imprenditori mafiosi Mario Giorgi e Calogero "John" Luppino, re delle scommesse online nel trapanese, avrebbero comprato le preferenze elettorali per Stefano Pellegrino, deputato regionale di Fi eletto alle ultime elezioni con oltre settemila voti e ora indagato per corruzione elettorale.
La vicenda emerge nell’inchiesta per mafia a carico di Giorgi e Luppino, fermati oggi dai carabinieri di Trapani.
Intercettato, Giorgi ammette che in cambio della promessa di voto per Pellegrino avrebbe consegnato pacchi di spesa a tutti gli abitanti delle case popolari: "A fine ottobre vero che gli portai la spesa pure a loro", dice, non sapendo di essere ascoltato dai carabinieri.
Dei piani elettorali dei due imprenditori trapanesi fermati per mafia, Luppino e Giorgi, che avrebbero appoggiato alle ultime elezioni regionali il deputato Stefano Pellegrino (Fi), sarebbe stato informato anche il capo mandamento Dario Messina che, il giorno dello "spoglio" delle schede, venne aggiornato con sms dei risultati.
Il boss avrebbe anche ammesso con i due amici di aver procurato "162 voti" tra "parenti e cose" al parlamentare.
"In ogni caso – spiegano gli inquirenti nel provvedimento di fermo – dal complesso delle investigazioni svolte non è comunque emersa la messa a disposizione di Pellegrino in favore dell’associazione mafiosa e, pertanto, in relazione a un presunto accordo politico-mafioso tra Cosa nostra e il candidato, non si è raggiunto, allo stato e salvi ulteriori sviluppi, un grave quadro indiziario in riferimento alle possibili e diverse ipotesi di concorso in associazione mafiosa".
"Del tutto chiaro è l’interesse di Luppino e di Giorgi – proseguono i pm – all’appoggio politico di uno specifico candidato, giacché è anche e soprattutto grazie all’infiltrazione nel tessuto politico che gli stessi possono conseguire il controllo delle attività economiche".
"Dalle investigazioni svolte, allo stato attuale – concludono – non è emersa la prova che gli esponenti politici (Pellegrino e un altro candidato, Toni Scilla, ndr) si siano rivolti a Luppino e a Giorgi non solo perché imprenditori di rilievo e rappresentanti del movimento politico locale ‘Io amo Campobello’, ma anche perché consapevoli della loro appartenenza mafiosa".
Le indagini hanno accertato che sarebbe stato Pellegrino a rivolgersi a Luppino e a Giorgi, confidando nel largo consenso che questi avevano avuto in occasione delle precedenti elezioni comunali di Campobello di Mazara attraverso il movimento politico "Io amo Campobello".
"L’altro giorno avevo parlato con Mario Giorgi, c’era Stefano Pellegrino, diciamo che vi voleva incontrare so che tu sei fuori per ora", diceva, non sapendo di essere intercettato, un amico di Pellegrino all’imprenditore Luppino.
"Se c’è da dare una mano di aiuto a qualche amico, uno anche … meglio avere amici che avere nemici", rispondeva Luppino.
L’incontro avvenne puntualmente il tre ottobre del 2017. Luppino sarebbe anche riuscito a distrarre preferenze da un altro candidato, Toni Scilla, in favore di Pellegrino. Il 9 ottobre 2017 l’imprenditore contattò Benedetto Riti, un commerciante che lavora nel settore delle slot machines ed è vicino alla famiglia mafiosa di Mazara del Vallo.
"Non fare più riunioni con Scilla, non fare più niente con nessuno e inizia … Perché ti porto i fac-simile e pure i manifesti… Quindi ti devi esporre in prima persona, non cominciare a fare la carta tre!", disse Luppino.
"Noi siamo andati avanti, e facciamo continuare ad andare avanti con Stefano qualsiasi cosa serve. Anche perché è uno contro uno, qua. E siamo avanti. Che fa? Se dobbiamo vincere, non dobbiamo rischiare di perdere", spiegò Luppino a Riti.
"Oggi sono andato con Nino da Stefano Pellegrino e abbiamo parlato di politica e compagnia bella, domani si fanno i deputati questori. Lui, non so cosa minchia gli spetta, lui mi ha detto: ‘io ho già parlato con l’assessore quelli di… tutti gli assessori disponibili a venire in provincia di Trapani ha parlato addirittura con Sgarbi per le Cave di Cusa, e compagnia bella’".
Così Mario Giorgi parlava con il nipote Calogero "John" Luppino riguardo al neo eletto deputato di Fi all’Ars Stefano Pellegrino che entrambi avevano sostenuto elettoralmente.
"Pellegrino mi ha detto – proseguiva Giorgi – ‘e vediamo rispetto agli assessorati dove possiamo… mettere, tutti… anche persone nostra di fiducia’ e ha detto che vuole un curriculum per quanto riguarda un revisore dei conti all’assessorato all’Agricoltura che è un assessore di Forza Italia questo… Dice: ‘datemi un curriculum di un revisore dei conti iscritto all’albo… e cose, e poi vediamo le altre cose che possono nascere’".