Dissesto Catania, insediati i commissari liquidatori. Ecco cosa accadrà adesso

CATANIA – Si sono insediati, oggi, alla presenza del sindaco Salvo Pogliese, i componenti dell’Organo straordinario di liquidazione (Osl) nominati con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministero dell’Interno, a seguito della dichiarazione di dissesto economico-finanziario del Comune di Catania, per la gestione dell’indebitamento pregresso del Comune di Catania.
 
Giuseppe Sapienza, Teresa Pace e Antonio Meola
 
 
La terna, come anticipato dieci giorni fa dal Quotidiano di Sicilia, esattamente il 13 febbraio scorso (leggi qui), è composta da Antonio Meola, segretario generale nella città Metropolitana di Napoli, Teresa Pace, dirigente finanziario della prefettura di Catania, e da Giuseppe Sapienza, dottore commercialista. Il sindaco Pogliese ha manifestato ai componenti dell’Osl la piena disponibilità e collaborazione dell’Amministrazione comunale per adottare i provvedimenti necessari per l’estinzione dei debiti dell’Ente, coi poteri e le modalità conferiti dal decreto legislativo 18 agosto 2000 n.267 (Tuel).
 
L’insediamento era atteso con particolare enfasi soprattutto dai creditori del Comune di Catania, i quali complessivamente vantano circa 200 milioni di euro. Un credito che verrà decurtato, come abbiamo già scritto in diverse occasioni, in una misura compresa tra il 40 e il 60%. Per questo è importante che, adesso, i commissari facciano presto affinché i fornitori dell’Ente non subiscano, oltre al danno del credito ridotto, anche la beffa di tempi eccessivamente lunghi per ottenere quanto resta nelle loro spettanze. Spetta, infatti, all’Organismo straordinario di liquidazione la gestione della massa passiva registrata al 31 dicembre 2018. In soldoni, è tale organo che provvederà a pagare i fornitori in credito con il Comune.
 
Ma nel dettaglio cosa accadrà? Lo scorso 7 febbraio lo avevamo chiesto, in un’intervista pubblicata sul QdS (leggi qui), all’assessore al Bilancio del Comune etneo, Roberto Bonaccorsi. “L’organo straordinario di liquidazione – ci aveva spiegato l’assessore – si deve occupare del pregresso, non della gestione ordinaria, quindi avrà i suoi tempi”. Tempi che prevedono dei passaggi stretti e precisi. “La legge prevede che, attraverso l’albo pretorio del Comune, si faccia una pubblicazione di una manifestazione di interesse da parte di tutti coloro che si ritengono creditori dell’Ente. Un volta che si concretizzano le istanze di tutti, – spiegava ancora Bonaccorsi – i commissari faranno un rilevamento della massa passiva, vedranno quant’è la massa debitoria e da lì inizieranno a lavorare”.
 
Quello che resta nella disponibilità dell’Amministrazione in carica è dunque l’ordinario, cioè la gestione della cosa pubblica a partire dal 2019, anno non incluso nella dichiarazione di dissesto. Chi pensa che tutto venga azzerato e in qualche modo si riparta da zero, anche e soprattutto per il pagamento puntuale e completo dei fornitori, però, dovrà ricredersi.
 
Purtroppo partiamo da meno 188 milioni di euro di tesoreria. Partissimo da zero ne sarei stato felice”, ci ha spiegato ieri, in un’altra intervista, sempre l’assessore Bonaccorsi (leggi qui). “Nel 2019 le riscossioni ci permetteranno di assolvere ai pagamenti in modo proporzionato a quanto andremo a riscuotere, non c’è alternativa. Noi non possiamo attingere al pregresso e neanche alle anticipazioni di tesoreria, già al massimo. Quindi, le nostre fonti di finanziamento saranno le entrate che andremo a ricevere tramite i trasferimenti nazionali, regionali e le entrate proprie. Utilizzeremo queste risorse per distribuirle in maniera equa a tutti i fornitori di servizi”.
 
Intanto la città è chiamata a raccolta dai sindacati Cgil-Cisl-Uil-Ugl Catania per uno sciopero generale cittadino sabato 30 marzo perché “Catania è in dissesto, non solo il Comune”, dicono.