Antonello Biriaco: “Le Zone economiche speciali un’occasione da non perdere”

Da quanti associati è formata Confindustria Catania?
“I soci che ne fanno parte sono circa 650, con oltre 17.200 dipendenti. Quest’anno abbiamo avuto l’ingresso di nuovi iscritti, soprattutto aziende che orbitano nell’ambito dell’high-tech. La mission che mi sono proposto è stata quella di mettere l’azienda al centro dell’associazione, non dimenticando che noi siamo il sindacato delle imprese e, dato il periodo storico che stiamo attraversando, svolgiamo un ruolo sociale importantissimo. Non bisogna dimenticare che ogni azienda è formata da un imprenditore, che a sua volta è attorniato da una serie di dipendenti, collaboratori che danno un valore aggiunto all’impresa stessa. Rispetto al passato, le sezioni più importanti sono quelle che lavorano nell’ambito della tecnologia, seguite dalla sanità, con la presenza sul territorio sia di case di cura che di case farmaceutiche. Ma molte sono anche le aziende che lavorano nel campo turistico. Nel comitato di presidenza figurano capitani d’azienda di grandi realtà come STMicroelectronics, Sibeg, il gruppo Di Martino, Dolfin e Cosedil, con cui lavoro in sintonia perfetta. Le decisioni vengono deliberate all’unanimità per il bene del territorio e per le imprese”.
 
 
 
La Zona industriale resta ancora in stato di degrado. Quali iniziative avete preso per spingere Comune e Irsap a restituire decoro e dignità all’area produttiva?
“Appena insediatomi ho chiesto al sindaco, Salvo Pogliese, di dare delle risposte puntuali agli imprenditori che hanno delle aziende nella Zona industriale. In quell’area vi sono dai dodicimila ai quindicimila dipendenti che lavorano sia in aziende di piccole dimensione che in imprese di rilevanza internazionale. Una delle priorità è quella di dare decoro a questo polo produttivo perché, contrariamente, si corre il rischio di perdere attrattiva per le eventuali nuove aziende e di compromettere anche quelle esistenti”.
 
Il sindaco Pogliese, in occasione del Forum pubblicato venerdì 15 febbraio, ha dichiarato che il Comune ha stanziato 2,5 milioni di euro per la Zona industriale, sfruttando i ribassi di alcune gare e incrementando del 20% le risorse del Patto per Catania…
“Confermo. Alcuni lavori per portare dei miglioramenti e dei benefici alle aziende sono già iniziati”.
 
In che condizioni si presenta il porto di Catania?
“A mio avviso sono stati fatti dei miglioramenti notevoli, ma dato che vi è un forte traffico commerciale è opportuno allargare la zona retroportuale grazie alle Zone economiche speciali (Zes) per avere maggiori risultati. Sono molti, me compreso, gli imprenditori catanesi che concordano su questo punto e per questo abbiamo chiesto alla Regione tempi certi sia per la loro attuazione, sia per far partire tutti gli investimenti. In questo periodo per le imprese è necessaria la celerità, perché il mercato è in continua fluttuazione”.
 
Per le Zes esiste già una Cabina di regia alla Regione siciliana?
“Si, a Palazzo d’Orleans già vi è un organismo che sta elaborando un Piano di sviluppo strategico propedeutico alla richiesta da avanzare al Consiglio dei ministri. A farne parte sono gli assessori regionali per le Attività produttive, Mimmo Turano, per l’Economia, Gaetano Armao e per le Infrastrutture, Marco Falcone, insieme ai dirigenti generali dei rispettivi Dipartimenti, al segretario generale della presidenza della Regione, Maria Mattarella, ai vertici delle Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia occidentale e Sicilia orientale e dell’Autorità portuale di Messina e Milazzo e al giurista senese, esperto del settore, Aldo Berlinguer. L’istituzione della Cabina di regia era già stata deliberata dal Governo regionale lo scorso 28 marzo, ma ribadisco il concetto che le Zes sono fondamentali per lo sviluppo del territorio, dunque è necessario conoscere i tempi, i limiti e gli investimenti da fare al più presto. Le Zes sono già partite a Castellammare di Stabia, Napoli e Salerno e al loro interno hanno inserito anche una parte delle aree industriali”.
 
 
Avete chiesto un incontro con il Comune di Catania affinché venga data priorità ai pagamenti dei crediti vantati dalle imprese, soprattutto quelle danneggiate dal dissesto?
“Si, abbiamo chiesto un incontro con tutte le associazioni, ma ancora non si è concretizzato. È una tragedia per molte imprese, che devono ricevere denaro dal Comune da almeno due anni e saranno liquidate con il 40-60% dell’intero importo a loro spettante, senza contare che non si ha certezza sui tempi di pagamento. Inoltre, il Comune oggi ha difficoltà pure per le spese correnti. Tutto questo nasce, a mio avviso, da una forte evasione delle tasse comunali: il 50% della tassa sulla spazzatura non viene riscossa e solo il 6% delle multe viene pagato. Credo che l’idea, appoggiata anche dal sindaco Pogliese, di inserire la tassa sui rifiuti all’interno della bolletta per l’energia elettrica sia ottima per far pagare questa tassa a più persone e ridurre drasticamente l’evasione”.