"Inutile cercare di nascondere il sole con il crivello: gli obiettivi degli aeroporti di Catania e di Comiso sono diversi, anche se coincidono nella sostanza".
Salvatore Cascone, presidente della società per azioni Aeroporto degli iblei, non ha dubbi: "La prova sta nel fatto che, probabilmente nello sforzo di far raggiungere a Fontanarossa i dieci milioni di passeggeri all’anno, Sac ha lasciato che il numero di quelli del Pio La Torre scendesse da settecentomila a 420 mila e questo noi non possiamo consentirlo".
"Si parla tanto – afferma Cascone – di un sistema aeroportuale integrato tra Catania e Comiso. Ma bisogna aver chiaro che questo obiettivo potrà essere pienamente realizzato soltanto se Soaco (acronimo di Società Aeroporto Comiso ndr) non sarà controllata da Sac. In caso contrario gli interessi prevalenti saranno ancora quelli di Fontanarossa e lo dimostra il fatto che Soaco non ha neppure un commerciale che curi gli interessi del Pio La Torre: si serve del commerciale di Sac".
Sotto il profilo societario, Soaco, titolare della certificazione aeroportuale del Pio La Torre, ha come socio di maggioranza Intersac Holding spa (società in liquidazione che a sua volta è al 65% di proprietà di Sac), e come socio di minoranza (35%) il Comune di Comiso. Quest’ultimo esprime il presidente di Soaco, Silvio Meli, e un consigliere, ma la gestione è affidata all’ad Renato Serrano. Che, sottolinea Cascone, è nominato da Intersac – e dunque da Sac – con altri due consiglieri. La maggioranza del Consiglio è quindi sotto il controllo di Intersac.
"La nostra idea – spiega il presidente di Aeriblei – è quella di entrare in Soaco con la nostra società in maniera da fare gli interessi del territorio ragusano".
Della spa Aeroporto degli iblei fanno parte undici aziende o gruppi economici del territorio: Abio.Med, Agriplast, Agromonte, Argo Software, Cccn Antica Ibla, Filgest (Gruppo Minardo), Gruppo Scar, Passalacqua Trasporti, Pin Up (Gruppo Zacco), PmiSicilia, Sallemi Carburanti. Del cda fanno parte, oltre a Cascone, Gianstefano Passalacqua (vicepresidente) e Giuseppe Alessi, Roberto Biscotto e Salvatore Sallemi (consiglieri).
Con il bilancio approvato del 2018, il patrimonio netto Soaco scenderà a circa due milioni e il capitale sociale dovrà essere rimpinguato fino a raggiungere i quattro milioni e duecentomila euro.
"C’è un anno di tempo – afferma Cascone -, ma, visto quanto accaduto con l’emorragia di passeggeri, pensiamo che Soaco debba essere ricapitalizzata subito. L’aeroporto di Comiso ha solo bisogno di un socio commerciale senza conflitti d’interesse e di un socio finanziario che la ricapitalizzi. E non è che non vogliamo Sac, ma in una posizione meno determinante, per intenderci con una quota azionaria al massimo del 30%, come Milano con Bergamo".
Essendo Intersac in liquidazione, la ricapitalizzazione della Soaco – o un bando per trovare nuovi soci – dovrebbe, secondo gli imprenditori, essere decisa dal Comune di Comiso, socio di minoranza di Soaco e – caso unico in Italia – proprietario dell’aeroporto. Il Comune, di recente, ha avuto in concessione dalla Regione, che a sua volta aveva ricevuto la proprietà dal Ministero della Difesa, gli 85 ettari dell’ex base americana, compresa la zona dei missili Cruise.
La sindaco di Comiso Maria Rita Schembari (#Diventeràbellissima), però, vuol prima vederci chiaro.
"Sono felice – afferma – che il territorio ibleo, in tutte le sue componenti, ossia gli altri sindaci, il Commissario straordinario della Provincia, gli imprenditori, si stia stringendo attorno a quel bene prezioso che è l’aeroporto di Comiso. Ma proprio perché si tratta di un bene prezioso voglio assolutamente evitare passi avventati. Per questo, prima di capire se e come far affluire capitali esterni, voglio sentire cosa dirà il pool di legali ai quali abbiamo dato incarico di studiare la questione. Non credo infatti che sia un’operazione semplice e vorrei capire se sia davvero produttiva per il nostro aeroporto".