Catania – Urbanistica, i piani che mancano e i tanti spazi già distrutti in città

CATANIA – “Catania città delle Grandi Trasformazioni: progetti e programmi per la Catania che verrà”. Questo il titolo del seminario di apertura degli Stati Generali di Catania che hanno preso ufficialmente il via la scorsa settimana, attraverso il primo di sette incontri propedeutici all’assemblea plenaria finale. Davanti ad una folta platea che ha visto la presenza non solo dagli addetti ai lavori, ma anche delle associazioni di categoria, dei sindacati, dei cittadini, il sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli, ha dunque dato il via al progetto di rilancio concertato della città partendo dalla pianificazione urbanistica.
I lavori, introdotti dall’assessore all’Urbanistica, Luigi Arcidiacono, e moderati da Michele Cocuzza, hanno visto intervenire personalità di rilievo della città, che si sono confrontati sui progetti e programmi relativi alla pianificazione. A partire da Paolo La Greca, direttore del dipartimento di Architettura urbanistica dell’Università e consulente dell’amministrazione comunale per la stesura del Prg, che ha illustrato le linee guida della nuova pianificazione urbanistica cittadina, caratterizzata da una forte attenzione alla mobilità, alla sostenibilità dei rischi e alla qualità. “Il Prg – ha spiegato La Greca – è importantissimo, ma da solo non può certamente essere considerato la soluzione dei problemi della città, ma la cornice entro la quale inserire le azioni dell’amministrazione”.
Di progettazione settoriale, della necessità di procedere alle redazioni di master plan, progetti d’area inseriti nel macro progetto del Prg, si è invece occupato Riccardo Dell’Osso, direttore del laboratorio di progettazione per il paesaggio urbano, che ha sottolineato la necessità di puntare sul rapporto della città con il mare, attraverso lo studio delle azioni già avviate in altre realtà metropolitane, come Barcellona o Genova. “Il rapporto con il mare e la qualità degli spazi pubblici devono essere alla base delle scelte urbanistiche di una città come Catania – ha spiegato alla platea. La trasformazione fisica di una città – ha aggiunto – deve poi necessariamente tenere conto di altri elementi, come la sostenibilità, l’occupazione, l’ambiente”.
Argomenti, quelli illustrati da La Greca e Dell’Osso, che hanno scatenato un fitto dibattito, cui hanno partecipato varie espressioni della realtà cittadina, dal commissario governativo della Fce, Gaetano Tafuri, che ha posto l’accento sulla risorsa metropolitana, a Gesualdo Campo, ex sovrintendente ai Beni culturali di Catania, che ha parlato di rivalutazione degli Archi della marina, senza la quale diventerebbe impossibile recuperare alla città il rapporto con il mare; dal professore Giuseppe Dato, preside della Facoltà di Architettura, che ha sottolineato l’importanza della pianificazione del centro storico, che deve essere riqualificato, come fattore prevalente dell’identità della città, a quello dell’architetto Giacomo Leone, secondo cui sarebbero in atto mutamenti in città che rischiano di compromettere qualsiasi programmazione. “In tanti angoli di Catania – ha affermato  – c’è una silenziosa distruzione di spazi un tempo vitali e importanti per la società degli scorsi decenni”.
Un confronto dinamico, dunque, quello avviato con gli Stati Generali anche se, ai tanti spunti emersi durante i lavori, non sembrano essere seguite altrettante proposte concrete, ma solo indicazioni che, se non tradotte in pratica, rischiano di rimanere parole al vento.