PALERMO – La Uilpa Sicilia chiede un confronto con l’amministrazione dell’Agenzia delle Entrate per rivedere le condizioni di lavoro dei dipendenti. Ma, la dirigenza non riconosce la causa.
Il sindacato, in un’assemblea a Catania, ha denunciato i carichi eccessivi di lavoro a cui sarebbero costretti i dipendenti dell’Agenzia delle Entrate, “a causa della carenza del personale e del mancato monitoraggio del numero di impiegati negli uffici in rapporto al numero di pratiche”, spesso maggiorate dal pensionamento dei colleghi. Tale situazione, destinata a peggiorare per effetto della Quota Cento, comporterebbe un disservizio per gli utenti e un importante stress da lavoro correlato nei lavoratori, con conseguenze disastrose sulle loro vite.
Da sinistra: Di Pisa, Farruggia, Del Giudice, Algozzino
Il dito è stato puntato contro i direttori provinciali “che troppo spesso rimangono chiusi nelle loro stanze, senza dimostrarsi disponibili a un confronto”, come dichiarato da Raffaele Del Giudice, segretario regionale Uilpa Sicilia.
Secondo Giovanni Di Pisa, vicesegretario nazionale Uilpa Entrate, si è davanti a “una frattura multipla: tra lavoratori e loro rappresentanti, amministrazione, cittadini. Gli ultimi subiscono gli effetti di un’amministrazione che non conosce nemmeno i numeri della situazione economica, delle prossime Progressioni di terza trance”.
A suo avviso, anche le linee guida per gli obiettivi 2019 sarebbero assurde, “mostrando gli uffici come se fossero entità astratte, sottoscrivendo la necessità di migliorare controlli e aspetti legali per colpire gli evasori, pur vedendo diminuire drasticamente il numero del personale”. I risultati raggiunti, inoltre, non farebbero altro che “gonfiare ulteriormente le già esose retribuzioni dei dirigenti, piuttosto che aumentare il salario degli altri impiegati”.
La segreteria nazionale della Uilpa Entrate, allora, si prefigge il proposito della “rilevazione del lavoro nero dell’Agenzia, ovvero quel lavoro non codificato svolto dai dipendenti, senza che esso faccia parte del budget, come l’analisi degli atti”.
Ma la manifestazione della scorsa settimana a Palermo, spiegata da Alfonso Farruggia (segretario regionale Uilpa Sicilia) come “un’occasione per rivendicare la possibilità di confronto con l’amministrazione e per ricordare agli altri sindacati che è necessario condurre insieme le battaglie comuni", non ha portato i risultati sperati.
L’amministrazione descrive una realtà antitetica: “Nel quadriennio 2015-2018, alla diminuzione del personale degli uffici dell’Agenzia delle Entrate in Sicilia, pari al 12,6% – dovuto a cause esterne al volere dell’organizzazione – è corrisposto un calo del numero di controlli di oltre il 12,3%. Il carico di lavoro procapite, pertanto, è rimasto inalterato. Tale dato è emblematico del buon lavoro svolto dai funzionari, se confrontato con le somme riscosse a seguito dell’attività di controllo, passate dai 403 milioni di euro nel 2015 ai 536 milioni del 2018”, ha dichiarato l’ufficio stampa.
“Se davvero esistono dipendenti costretti a eseguire illegalmente mansioni non retribuite, occorre rivalersi sul singolo dirigente responsabile”, ha continuato.
Ma, anche il disservizio non sussisterebbe: “I dati relativi ai servizi erogati nel quadriennio 2015-2018 evidenziano una diminuzione dei tempi medi d’attesa per il cittadino del 16%, passando dai 28 minuti del 2015 ai 23 minuti del 2018. Il ‘barometro della qualità’ registra l’ampia soddisfazione dei contribuenti, il cui indice è passato dal 97,8% del 2015 al 98,8% del 2018. Inoltre, il numero complessivo dei servizi erogati allo sportello è diminuito a seguito dell’incremento dei servizi forniti in via telematica”.
Sulla questione del numero del personale, invece, la dirigenza sembra ammettere una potenziale carenza: “Si stima che su un totale di circa 2.400 dipendenti, nel triennio 2019-2021, circa 400 matureranno i requisiti per il pensionamento. A questi si dovranno aggiungere coloro che usufruiranno della Quota Cento. Ci sono già diverse procedure concorsuali in atto, per differenti ruoli e diverse Regioni. Tuttavia, dei bandi per le nuove assunzioni si occupa unicamente l’amministrazione centrale da Roma, che ha rimandato alla seconda parte l’apertura di ulteriori concorsi”.
L’amministrazione regionale, però, non ha fornito nessun dato sul salario accessorio erogato ai dipendenti negli ultimi anni e ha dichiarato che “la procedura relativa alla terza e ultima tranche delle progressioni economiche sarà avviata nei prossimi mesi”.