MILAZZO (ME) – “Abbiamo riportato il paziente, dopo il coma, a muovere i primi passi. Ora si tratta di sostenerlo fino a quando potrà ricominciare a correre”. Questa la metafora che il sindaco Giovanni Formica ha usato per descrivere la disastrosa situazione finanziaria del Comune, stritolato da due dichiarazioni di dissesto per gli anni 2013 e 2016.
Il primo cittadino ha assicurato che entro la fine del suo mandato, in scadenza a giugno 2020, riuscirà a restituire normalità amministrativa alla città. “Sono stati approvati – ha affermato – i Consuntivi 2014 e 2015, il previsionale 2016 e 2017. In Giunta abbiamo esitato il Consuntivo 2016 con un avanzo di amministrazione di 13 milioni di euro, al netto dei residui attivi e passivi provenienti dall’Esercizio 2014 e precedenti”.
Gran parte di queste somme (11 milioni) risulta però vincolata e quindi la disponibilità è di poco più di due milioni di euro. La delibera, dopo il parere dei Revisori, dovrà essere approvata dal Consiglio. “Uno degli effetti del dissesto – ha evidenziato Formica – è il rallentamento nell’approvazione degli strumenti finanziari e quindi nell’azione amministrativa. Dovendo fare il Bilancio stabilmente riequilibrato, soggetto all’approvazione ministeriale prima dell’adozione, si perde molto tempo e questo fa accumulare ritardi nell’approvazione dei bilanci ordinari. Si aggiunga che Milazzo aveva già problemi derivanti dal precedente dissesto”.
Il timore espresso dall’opposizione in Consiglio è che la situazione sia irreparabile, tanto che si rischia un nuovo dissesto che potrebbe gravare sui prossimi inquilini di Palazzo D’Amico. Non è di questo avviso il sindaco. “Quando mi sono insediato nel 2015 – ha spiegato – l’ultimo bilancio approvato era quello del 2013, ma stiamo recuperando. In più Milazzo, come altri Enti in dissesto, non ha il ragioniere generale, perche non si può assumere, e questo ha complicato tutto. Dal punto di vista del conto economico Milazzo è un Comune sano. Non facciamo più anticipazioni di cassa dal primo gennaio del 2016. Parallelamente, c’è l’attività dell’Organismo straordinario di liquidazione (Osl), che sta definendo la massa passiva che si aggira intorno a 55 milioni di euro, ma la cifra esatta non è stata ancora calcolata. Ci sono oltre 800 posizioni che i componenti dell’Organismo stanno esaminando e c’è bisogno di tempo”.
Dunque, secondo il sindaco, le risorse finanziarie ci sono ma non si possono spendere e questo penalizza il territorio. “La precondizione per programmare investimenti – ha affermato il primo cittadino – è avere approvato i bilanci, non è questione di risorse. Abbiamo aggiudicato già da un anno quattro gare per due milioni e mezzo di euro, ma non si possono fare partire i lavori”.
Si tratta del consolidamento del costone roccioso del Castello, l’abbattimento delle barriere architettoniche in tutta la città, il rifacimento della facciata di una chiesa storica e l’adeguamento sismico di una scuola media.
Nel frattempo, le risorse del 2015 per il Distretto socio-sanitario sono state sbloccate soltanto a dicembre, dopo l’approvazione del Bilancio. Per effetto dei pensionamenti, inoltre, ad agosto a Milazzo ci saranno soltanto cinque vigili per servizi esterni a fronte di una necessità di 55 che però non si possono assumere. Per queste difficoltà di gestione, Formica ha spiegato di non essere riuscito a fare molto rispetto a quanto previsto dal programma, perché le priorità erano altre.
“Ho ripristinato – ha affermato – le condizione di legalità e di trasparenza negli atti amministrativi e ho informatizzato l’Ente. Eravamo in regime di salvaguardia con 2 milioni e 700 mila euro di bollette elettriche non pagate dopo il dissesto del 2013 e ne siamo usciti. Abbiamo migliorato l’efficienza della depurazione e abbiamo istituito l’Area marina protetta. In materia di rifiuti, con l’aggiudicazione del servizio per un periodo di sette anni, contiamo di recuperare il terreno perduto. Dal primo maggio ci sarà un unico operatore che troverà il porta a porta già organizzato. L’obiettivo è il 75% di differenziata entro il primo anno di gestione. Prima di andare via spero che si raggiunga almeno il 65%”.