Voto di scambio: il terremoto partito dalla Lega, 96 indagati

Era un sistema diffuso di scambio di voti, favoritismi e promesse di posti di lavoro quello che a Termini Imerese (Palermo) era stato messo in piedi per condizionare due competizioni elettorali: le regionali del 2017 e le comunali dello stesso anno.
 
Al culmine di un’inchiesta partita dai fratelli Salvino e Mario Caputo, il primo coordinatore della lista "Noi con Salvini", la Procura della Repubblica ha emesso 96 avvisi di conclusione indagini, un atto che prelude a una richiesta di rinvio a giudizio per assessori regionali, deputati, sindaci e amministratori comunali.
 
Nell’inchiesta figurano anche l’assessore regionale al territorio, Toto Cordaro, l’ex presidente della Regione Totò Cuffaro, scarcerato nel dicembre del 2015 dopo avere scontato una condanna a sette anni per favoreggiamento alla mafia, gli ex coordinatori della Lega in Sicilia Alessandro Pagano e Angelo Attaguile, il capogruppo all’Ars di "Diventerà Bellisima" Alessandro Aricò, il sindaco di Termini Imerese, Francesco Giunta, di centro destra, e la sua ex assessore, poi dimessasi, Loredana Bellavia. C’è anche l’ex sindaco di Gangi Giuseppe Ferrarello, candidato non eletto alle passate regionali nelle liste del Pd e adesso tornato nel centrodestra.
 
L’indagine, condotta dalla pm Annadomenica Gallucci, della Procura termitana retta da Ambrogio Cartosio, è stata avviata due anni fa sull’onda delle polemiche suscitate dalla candidatura nella lista della Lega di Mario Caputo, fratello dell’ex deputato regionale ed ex sindaco di Monreale Salvino che non poteva essere candidato per una condanna per abuso d’ufficio.
 
Al suo posto era stato presentato il fratello ma nella promozione elettorale sarebbe stato utilizzato un espediente: il nome di Mario Caputo era accompagnato dalla specificazione "detto Salvino" che avrebbe, secondo la Procura, indotto gli elettori a confondere l’identità del candidato scambiandolo per il vero Salvino Caputo.
 
Di questa presunta manipolazione della volontà degli elettori rispondono sia i fratelli Caputo sia gli ex coordinatori della Lega in Sicilia, Alessandro Pagano e Angelo Attaguile.
 
Attorno alle due elezioni sarebbe stato poi organizzato un rodato sistema di scambi e di promesse.
 
Per avere i voti i candidati e i loro promoter promettevano posti di lavoro, promozioni agli esami di maturità, ammissioni ai test di facoltà a numero chiuso.
 
In questo scambio sarebbero coinvolti esponenti di schieramenti diversi come Filippo Maria Tripoli della lista "Popolari e autonomisti", sostenuto da Totò Cuffaro, e Ferrarello.
 
L’indagine ha casualmente accertato altre irregolarità che coinvolgono il sindaco di Termini Imerese, indagato per uso improprio di mezzi dell’autoparco comunale, e alcuni dipendenti comunali coinvolti in casi di assenteismo.