PALERMO – “Le affermazioni del sottosegretario alla Salute, Ferruccio Fazio, rappresentano una corroborante iniezione di fiducia e costituiscono un importante riconoscimento del lavoro svolto dalla Sicilia nella direzione di una riqualificazione del sistema sanitario e del contenimento della spesa”.
L’assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, ha commentato così le frasi pronunciate a Roma dal sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio alla presentazione del rapporto “Pit salute” stilato dal Tribunale per i diritti del malato.
“I segnali che in questi mesi sono partiti dalla Sicilia sono chiarissimi – ha aggiunto Russo – e testimoniano la volontà di continuare sulla strada virtuosa ben indicata nella legge di riforma del sistema sanitario che è stata approvata il 25 marzo dal Parlamento siciliano”.
Nel suo intervento Fazio, rivolgendosi alle Regioni, ha sottolineato: “Non è vero che ci vogliono piu’ soldi per far andare meglio la sanità italiana’’. Il sottosegretario ha evidenziato che il sistema sanitario nazionale vigente “è teoricamente il migliore possibile’’ e anche se ci sono ‘’grandissime disomogeneità’’’ fra Regioni virtuose e meno “ce la possiamo fare per risolvere il problema’’. I piani di rientro, ha poi spiegato Fazio, “sono costituiti da una parte economica e una piu’ importante, che è quella strutturale, indispensabile per rientrare in quel percorso virtuoso che le regioni del nord hanno già intrapreso’’. “Come governo stiamo facendo tutto cio’ che serve per aiutare le Regioni’’, ha aggiunto il sottosegretario, ma questo è un percorso “difficile che va affrontato con l’intenzione non di chiedere piu’ soldi ma di mettere mano al piano strutturale’’.
Venticinquemila sono le segnalazioni in base alle quali è stato elaborato il Rapporto pit Salute 2008 realizzato dal Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva. Una sanità diversa di regione in regione, con una sempre minore attenzione alla umanizzazione delle cure e un aumento dei costi a carico dei cittadini. è questo il quadro, poco confortante, che emerge. E di conseguenza il sottosegretario pone l’accento su interventi strutturali. Tra le criticità emerse, circa il 74% delle Regioni individuano la difficoltà di accesso alle prestazioni a causa delle lunghe liste d’attesa. In particolare, questo problema è percepito proprio nelle regioni meridionali, con la Sicilia in testa, poi Puglia, Calabria e Basilicata. Seguono le Marche, l’Umbria e l’Abruzzo per il Centro e, per il Nord, la Liguria, la Lombardia, il Piemonte, il Veneto ed il Friuli Venezia Giulia.