MESSINA – Un inverno così – lungo, con freddo e piogge persistenti che si insinuerà sin sotto la primavera – arriva ogni 20-25 anni. Per Giampiero Maracchi, già direttore dell’Istituto di biometeorologia Ibimet del Cnr di Firenze, ricorda quello del 1985. Purtroppo, la provincia di Messina – con più di otto comuni su dieci (84%) a rischio frane e alluvioni, anche per effetto della progressiva cementificazione del territorio che ha sottratto terreni fertili all’agricoltura – si è fatta trovare nuovamente impreparata.
L’alluvione dell’1 ottobre scorso a Giampilieri, Scaletta e dintorni, ha dato il primo segnale e tanti cittadini hanno pagato con la loro vita. Ora le piogge persistenti e una cattiva politica del territorio hanno messo in ginocchio anche l’area tirrenico-nebroidea. Tanti i centri coinvolti, (alcuni dei quali isolati), da Gioiosa Marea a Capo d’Orlando, Sant’Angelo di Brolo, Longi, Tusa.
Ma la paura più grande viene dal piccolo comune di San Fratello, (che ha dato i Natali al nonno di Bettino Craxi), già distrutto da una imponente frana nel gennaio del 1922. Dallo scorso fine settimana, strade e case si vanno riempiendo di crepe e una larga spaccatura è comparsa anche nella Chiesa di San Nicolò. I fedeli hanno portato in piazza la statua del Santo e il crocifisso per evitare che vengano distrutti da eventuali crolli. Le parole del rappresentante provinciale della Protezione civile, Bruno Manfré, non fanno ben sperare: “La frana, che ha un fronte superiore di due chilometri, sta raggiungendo il centro del paese ed é in pieno movimento”. Immediatamente è scattata l’ordinanza di sgombero e sono già 2000 gli sfollati. La paura è tanta e gli abitanti sono scappati da San Fratello, rifugiandosi da parenti o amici o nelle strutture mobilitate per l’emergenza. Chiuse le scuole.
“La situazione è drammatica – ha commentato il sindaco Benedetto Sidoti Pinto – stiamo vedendo il paese sparire, la frana ha coinvolto tutto il versante nord-est di San Fratello, coinvolgendo la parte relativamente più nuova, comprese le scuole elementari e medie. Stiamo qui che guardiamo quello che accade senza potere intervenire per fare qualcosa”. Il primo cittadino aveva espresso le sue paure recentemente in merito al rischio idrogeologico ed ai mancati interventi degli enti competenti. Intervistato il 27 ottobre 2009 dal QdS aveva dichiarato: “”Lo scorso inverno abbiamo avuto parecchi danni, principalmente nelle strade di penetrazione agricola. La Protezione civile ha assicurato un suo intervento che a tutt’oggi non è arrivato. Abbiamo effettuato i lavori più urgenti, grazie ad alcune ditte che non hanno ancora ricevuto il corrispettivo economico. Siamo in attesa di ricevere finanziamenti – aveva concluso il sindaco – per completare la messa in sicurezza”.
Il Comune già gravato da forti debiti fuori bilancio (1 milione e 800 mila euro), è ora chiamato ad affrontare un’emergenza che sarà difficile da superare. Serve l’aiuto dall’alto perché non si può far scomparire un centro dalle antichissime tradizioni: una sua lingua (il gallico), una razza equina rinomata “il cavallo sanfratellano”, la tradizionale festa dei Giudei, e un grande patrimonio storico-artistico. Intanto il fronte nebroideo si è mobilitato per attirare l’attenzione dei governi regionale e nazionale. I sindaci di una vasta zona compresa tra Patti e Sant’Agata Militello si sono dati appuntamento venerdì 19 febbraio a Capo d’Orlando per una manifestazione unitaria. Nel mirino, oltre alla politica, ci sono Anas, Ferrovie dello Stato, Consorzio Autostrade, Provincia e tutti gli altri Enti che in queste settimane stanno lasciando sole le Amministrazioni Comunali di fronte al dissesto del territorio. “Nessuna risposta concreta è arrivata in questi giorni – dicono i sindaci – neppure poche migliaia di euro per la segnaletica necessaria ad indicare interruzioni e percorsi alternativi”.