Messina – Panoramica e abusi sotto i ponti, le indagini “a un punto morto”

MESSINA – L’abbiamo già adesso e lo ribadiamo: è finito il tempo della tolleranza. Due anni e passa di indagini e un nulla di fatto potrebbero essere accettabili solo nel caso di una maxi-inchiesta ai vertici della criminalità organizzata, roba da Interpol o da F.B.I. per intenderci, non certo per verificare degli abusi edilizi e provvedere al sequestro degli immobili.
Era dicembre 2007 quando, sulle colonne di questa pagina, denunciavamo la presenza di casette, garage e depositi sotto le arcate dei viadotti della Strada Panoramica. E avevamo anche salutato con grande entusiasmo, a giugno 2008, l’impegno assunto congiuntamente dalla Polizia Provinciale e da quella Municipale che, a detta dei responsabili, stava portando a delle denunce formali e conseguentemente al sequestro dei primi lotti. D’altra parte, il palese divieto della normativa sulle fasce di rispetto stradale (D.l. n. 729 del 1961, art 9) era all’evidenza dell’intera cittadinanza.
 
Dopo di allora, però, il silenzio, il vuoto, la vana attesa. L’attesa cioè che gli organi di Polizia facessero rispettare la legge, punendo chi, a discapito dei cittadini onesti, ha agito per conto proprio in spregio a qualsiasi normativa. E che ha fatto bene, saremmo tentati di dire, se i tutori dell’ordine sono quelli che ci troviamo di fronte adesso, se la tolleranza è massima, se la disonestà viene premiata. E sebbene possiamo in parte comprendere la difficoltà soprattutto della Polizia Provinciale nel gestire un territorio così vasto con tale scarsità di uomini e mezzi (solo 3 Panda 4×4 e 2 fuoristrada per tutta la Provincia), e nel marasma delle emergenze (da ottobre quella a Giampilieri e Scaletta, adesso a San Fratello e zone limitrofe) pure consideriamo questi due anni e due mesi un tempo di attesa assolutamente inaccettabile.
“Purtroppo le emergenze hanno sottratto risorse umane e mezzi», ci dice il Comandante della Polizia Provinciale dott. Pietro Carpita, che però a una nostra specifica domanda sugli abusi edilizi e sui lunghissimi tempi dell’indagine risponde: “Sì, sono d’accordo, sono tempi inaccettabili, e mi spiace dover dire che non ci sono aggiornamenti, ma viviamo in una condizione di emergenza continua”. E questo noi l’abbiamo sempre capito, mai trascurato. Ma non è più possibile, con tutte le attenuanti del caso, attendere più di due anni per verificare se un immobile è o non è abusivo!
 


Il paradosso. Gli abitanti pretendono le riparazioni
 
“Cercheremo di dare delle risposte nel più breve tempo possibile, in sinergia con la Polizia Municipale”, promette il comandante Carpita, ma bisogna ricordare che gli abusi edilizi sotto i viadotti della Panoramica hanno origini molto lontane e per tanto tempo sono stati sottovalutati dai funzionari della Provincia, su cui pesa la competenza relativamente a quel tratto di strada. Con la conseguenza che tali abitanti abusivi l’anno scorso si erano sentiti persino in diritto di recarsi a Palazzo dei Leoni e chiedere l’intervento dell’amministrazione per evitare che l’acqua dei canali di deflusso della strada provinciale potessero cadere  fin dentro le abitazioni. Richieste paradossali, che danno il senso di quanto ormai la cultura dell’abusivismo e dell’impunità sia radicata nella mentalità locale. Perché qui non si tratta di alloggi d’emergenza, ma di tenute residenziali alternative e anche di attività commerciali. La cui presenza è a tutti gli effetti intollerabile per tutti coloro a cui è rimasto un pizzico di senso della legalità. Quindi, a Messina, per pochissimi.