“Acqua, un controllo codificato delle procedure contro la mafia”

PALERMO – Tra le priorità di risoluzione del governo Lombardo Ter si riaffaccia l’annosa questione del sistema acque. Un groviglio di problematiche, che passano dalle delle infrastrutture sino a giungere alle infiltrazioni mafiose nel sistema degli appalti e della distribuzione dell’oro blu, come recentemente denunciato dallo stesso Lombardo in Commissione Antimafia, rischiano di portarlo al collasso.
“La Sicilia – ha spiegato Pier Carmelo Russo, assessore regionale all’energia con competenze sulle acque – è dotata di un buon parco di infrastrutture di accumulo (dighe) e di distribuzione primaria (grandi adduzioni) le cui condizioni strutturali e di gestione sono buone e consentono di soddisfare sufficientemente i fabbisogni. Vi sono alcune eccezioni, che fanno notizia pur essendo una piccola percentuale del parco delle infrastrutture, e penso a dighe e completamenti incompiuti, su cui è nostro intendimento intervenire in maniera decisa e con interventi mirati”.
Tuttavia i dati testimoniano una situazione complicata, 55% di media di dispersione totale, e proprio per migliorare il servizio ed evitare che la situazione possa degenerare ulteriormente bisognerà agire sugli Ato. “Per quanto riguarda le opere di distribuzione – ha dichiarato Russo – cioè le reti secondarie, con particolare riguardo a quelle a servizio potabile, è nostro intendimento dare impulso a un programma di recupero di efficienza delle reti cittadine, secondo quanto già previsto dai rispettivi piani d’ambito, sfruttando al meglio le risorse messe a disposizione dalla Comunità europea. Per quanto riguarda le tariffe va chiarito che discendono dagli affidamenti delle gare per la gestione del servizio idrico integrato e come tali proposte dai soggetti che hanno presentato le offerte valutate come le migliori dalle varie commissione giudicatrici e in ogni caso sostenute da piani economici e finanziari elaborati dai piani d’ambito redatti dalla Sogesid”.
A proposito delle “mani sull’acqua” da parte della criminalità organizzata la strategia dell’assessore Russo appare chiara. “Le misure per limitare l’intrusione mafiosa – ha chiarito l’assessore – sono essenzialmente quelle di un controllo codificato delle procedure, che devono essere di evidenza pubblica e trasparenti, e di programmazione e controllo delle distribuzione della risorsa idrica”. Occorre però puntare su una maggiore trasparenza anche all’interno delle Ato idriche. “Deve essere invece migliorato – secondo Russo – il controllo sulla qualità dei servizi erogati, attraverso monitoraggi periodici di indici caratteristici dei servizi resi all’interno di ciascuna Ato”. Inoltre l’assessorato come organo di regolazione delle risorse idriche per i vari utilizzi (potabile, irriguo e industriale), previo monitoraggio continuo della risorsa disponibile, emana periodicamente “provvedimenti che stabiliscono la quantità di acqua da prelevare dalle varie fonti e da utilizzare per i diversi usi”. In tal modo per gestire i momenti di crisi e per limitare le aree dove può prosperare il mercato illegale dell’acqua.