Il punto nodale dell’inefficienza della Regione è la responsabilità, ovvero la mancanza di responsabilità, di chi ha il dovere (e perciò il potere) di guidare risorse umane verso un obiettivo predeterminato. In quell’ambiente magmatico che è la Regione, non esiste un rapporto sinallagmatico, cioè la proporzione fra compensi e prestazioni. Quando in qualunque pubblica amministrazione europea è invece tassativo tale rapporto, fondato sulla responsabilità.
Va da sé che il dirigente generale deve avere gli strumenti per poter guidare i propri dipendenti verso l’obiettivo prefissato. Perciò la Regione deve togliere dai contratti di lavoro tutte le forme di ostruzione inserite insidiosamente da sindacati conservatori, che mirano a proteggere la corporazione piuttosto che a farla diventare efficiente e funzionale a un disegno strategico di pubblica utilità.
E vi è un altro elemento cui metter mano con urgenza: la semplificazione di norme e procedure, per evitare che dietro formulazioni astruse e incomprensibili si possano nascondere dipendenti disonesti che impediscono a validi dirigenti di fare il proprio lavoro.
Crediamo che fra i dipendenti regionali la grande maggioranza sia formata da persone per bene. Altri hanno deviato dalla retta via perché non guidati adeguatamente.
Si dice che il pesce puzza dalla testa, ed è vero. Ma il cambiamento, dal 1° di gennaio di quest’anno, del disegno istituzionale degli assessorati e dei dipartimenti, dovrebbe portare anche a un cambiamento di mentalità secondo la quale chi più vale viene premiato e chi meno vale viene sanzionato.
Se provocatoriamente scriviano la nostra difesa a favore dei fannulloni vogliamo dire che essi possono essere trasformati in ottimi dipendenti qualora coinvolti ed entusiasmati ad un disegno di funzionamento mirato al raggiungimento di obiettivi concreti.
Primo fra i quali è il servizio ai siciliani che sono i veri loro datori di lavoro, in quanto pagano con le proprie imposte quegli stipendi. Certo il mare magnum di 20.000 dipendenti contro, lo ricordiamo, i 2.000 della Lombardia, impedisce un vero disegno organizzativo. Per questo il governo Lombardo è chiamato a inserirne circa 10.000 nella bad society che la Resais Spa, a suo tempo istituita come ammortizzatore sociale.