CATANIA – La Guardia di Finanza è notoriamente efficiente. Come siete organizzati internamente?
“Vivendo a contatto con il mondo imprenditoriale, ci siamo specializzati nel controllo di gestione da almeno 10 anni. Abbiamo un’organizzazione che ragiona per obiettivi, per centri di costo, per responsabilità dei dirigenti, che hanno degli obblighi di risultato sia quantitativi che qualitativi. Abbiamo un sistema di monitoraggio dell’impiego delle risorse che è capillare: monitoriamo, con un sistema centralizzato, l’impiego della singola ora-uomo di ogni militare. Siamo una realtà organizzata in modo industriale, il che ci permette di gestirci al meglio. Ad esempio, noi sappiamo a fine anno quante ore-uomo, quante ore di lavoro la Gdf ha investito nelle varie attività: verifiche fiscali ai soggetti di grandi dimensioni, verifiche ai soggetti di piccole dimensioni, contrasto alla contraffazione, contrasto alla criminalità organizzata in termini di sequestro e confische, contrasto al riciclaggio. Sappiamo come operiamo, sia in termini orari sia in termini di prodotto, cioè conosciamo la quantità dei sequestri, il numero di arresti, ecc”.
Come si è evoluta la Guardia di Finanza negli ultimi anni?
“Un tempo eravamo polizia tributaria, dal 2001, siamo diventati polizia economico-finanziaria, dunque agiamo con uno spettro più ampio: non solo sul versante delle entrate, siamo nati come guardia doganale, siamo passati ai tributi sulle attività produttive e sul reddito, ma, complessivamente ci occupiamo del sistema economico nazionale, locale ed europeo, sia per il versante delle entrate che su quello della spesa”.
Che rapporti di collaborazione avete con l’Unione Europea, soprattutto per quanto riguarda le indagini economiche e la repressione degli illeciti?
“Relativamente all’Europa, tutto quello che è il mondo dei finanziamenti alle attività produttive è oggetto di monitoraggio e intervento, sia preventivo che repressivo. Abbiamo un nucleo molto qualificato di ufficiali distaccati a Bruxelles presso l’Olaf, l’organismo che a livello dell’Unione Europea è preposto al contrasto delle frodi in danno al bilancio dell’Ue. Noi ormai, da almeno 20 anni, abbiamo ufficiali distaccati che operano a diretto contatto e sono organicamente inseriti in questa unità dell’Ue, con nostro personale, che a livello europeo interviene nel contrasto alle frodi comunitarie. È un dialogo continuo che da grossi risultati e, a livello europeo, sono molti gli attestati con riferimento al metodo Gdf che funziona bene, perché siamo contemporaneamente polizia amministrativa, quindi controlliamo l’aspetto tributario, ma siamo anche polizia giudiziaria, quindi con poteri investigativi che, molte volte, non hanno coloro che sono preposti al settore amministrativo-tributario. Abbiamo poi un altro vantaggio: in base alla normativa nazionale, ormai da diversi anni, in base alla legge possiamo riversare e utilizzare ai fini fiscali i dati, le risultanze, le notizie e le prove che noi acquisiamo durante le indagini penali. Facendo un’indagine per riciclaggio, su organizzazioni criminali o altro noi, finita l’indagine o contemporaneamente, chiediamo il nulla osta alla magistratura per utilizzare i dati e le informazioni acquisite in sede giudiziaria nelle contestazioni fiscali e amministrative. Ad esempio, nelle indagini sui reati contro la Pubblica amministrazione, c’è la possibilità di recuperare la tassazione sui redditi illeciti, e questo è un grosso strumento”.
Lavorate in collaborazione con le istituzioni?
“Lavoriamo molto con l’Autorità giudiziaria: noi riversiamo nell’attività di indagine delegata dalla magistratura un notevole numero di risorse umane. La Procura ci autorizza le indagini per le contestazioni fiscali; noi abbiamo la possibilità di reprimere reati e contemporaneamente perseguire gli obiettivi che l’autorità di governo ci assegna in termini di controlli e recupero della tassazione. Questo coordinamento con la Procura di Catania è per noi determinante per avere risultati ottimi su tutti e due i fronti”.
Controllo economico del territorio in provincia e formazione permanente del personale
Qual è la situazione a Catania relativamente all’attività criminale?
“C’è un problema di riaffermazione della legalità, che si ripercuote anche nel campo fiscale. La strategia che stiamo tentando di attuare in Sicilia in modo sistematico è puntare molto su quello che chiamiamo il “controllo economico del territorio”, ovvero aggiungiamo all’ordine pubblico un controllo che sia qualificato e aggettivato dal punto di vista economico. Relativamente alla contraffazione, poi, stiamo agendo in modo molto pressante con la collaborazione di Polizia e Carabinieri: abbiamo recepito le istanze dei cittadini e degli abitanti e siamo intervenuti, sia nella repressione, sia attraverso indagini investigative”.
Avete personale sufficiente per svolgere le vostre attività?
“Siamo decisamente sotto organico. Inoltre si verificano più pensionamenti che arruolamenti e, dunque, in prospettiva le cose si complicheranno”.
Puntate molto sulla formazione?
“Facciamo formazione continua. I nostri sono tra quelli che si formano di più: oltre a quella di base, abbiamo dei corsi di specializzazione e qualificazione che facciamo a Roma, alla scuola di Polizia tributaria. Poi facciamo corsi di aggiornamento periferico, organizzati a livello regionale o provinciale. In questi ultimi due anni, abbiamo anche incrementato la formazione on-line e i corsi di aggiornamento in e-learning. Questo consente anche di scaricare aggiornamenti. Abbiamo anche un sistema premiale: il curriculum professionale ha la sua valenza per eventuali promozioni”.