CATANIA – Si è scatenata la bagarre sulla situazione dei villaggi a mare del litorale sabbioso di Catania, case costruite abusivamente negli anni ‘70, tollerate fino ad oggi, e incluse nella zona B dell’Oasi del Simeto, istituita successivamente all’edificazione della zona. La polemica è nata per la protesta degli abitanti dei villaggi, in particolare del Primosole Beach, villaggio in cui risiedono circa 30 famiglie e di villaggio “Azzurro”, che hanno denunciato i frequenti allagamenti della zona, causati dall’esondazioni dei torrenti “Jungetto” e “Buttaceto”, che confluiscono nella vecchia ansa del fiume Simeto. Gli abitanti denunciano la mancanza decennale della pulizia dell’ansa che impedirebbe il convogliamento delle acque dei torrenti nella vecchia ansa, perché ostruita da detriti e fango.
“Il Simeto è stato deviato nel 1954 – afferma Alfio Rametta, presidente del comitato villaggi Playa – e da allora l’ansa non è stata mai pulita. Oggi, l’acqua non confluisce più nel vecchio letto del fiume e allaga terreni e agrumeti, oltre alla Statale 114. Ci rivolgiamo alla Provincia, alla Protezione Civile, alla Regione – continua – affinchè cessi questa situazione”.
Immediata la reazione di Legambiente Catania, che da anni punta il dito contro l’urbanizzazione e l’edificazione in aree prossime alla zona A dell’Oasi del Simeto, ma soprattutto in zone soggette ad allagamenti naturalmente e considerate a rischio idrogeologico, come indicato nel Piano stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico della Regione siciliana (P.a.i.), che fa ricadere i villaggi “Primosole Beach” e “Azzurro” nelle aree a massimo rischio.
“La presenza di vaste aree allagate durante i mesi invernali nella riserva naturale non costituisce un evento eccezionale ma è del tutto naturale all’interno di una zona umida e di un’area di foce – afferma il presidente di Legambiente Catania, Renato De Pietro in un comunicato. In particolare – aggiunge – le aree dove sorgono i “villaggi” “Primosole Beach” ed “Azzurro” sono soggette a regolare e naturale allagamento a causa delle normali precipitazioni invernali; la vicinanza con il mare e la presenza dell’ultimo residuo di cordone di dune ostacola ulteriormente il deflusso delle acque. Entrambi i villaggi – continua – sono stati realizzati colmando aree acquitrinose; in particolare il villaggio “Primosole Beach”, che oggi è situato tra le due foci del Simeto, sorge dove scorreva il fiume Simeto prima che le opere di bonifica realizzate tra gli anni ‘50 e ‘60 dello scorso secolo deviassero il suo corso mentre il villaggio “Azzurro”, realizzato per metà all’interno della zona A di massima protezione della riserva, sorge nella contrada che in passato era denominata “Specchio” proprio perché soggetta a estesi allagamenti”. Evidente, dunque, secondo Legambiente, l’incompatibilità con insediamenti abitativi o di altro tipo nella zona.
“È chiaro – conclude De Pietro – che queste costruzioni sono state realizzate non soltanto in dispregio alle leggi ed all’ambiente ma anche senza tenere minimamente conto dell’assetto idrogeologico. La presenza di queste costruzioni risulta incompatibile con qualunque ipotesi di conservazione ambientale e per tale motivo vanno rigettate le domande di sanatoria degli immobili abusivi”. Rametta, da parte sua, ribadisce invece l’assenza di qualsiasi rischio idrogeologico e la pulizia dell’ansa come soluzione migliore per contrastare gli allagamenti. “Intanto si intervenga con la pulizia – sottolinea – dopodiché vedremo se la zona sarà ancora sommersa dall’acqua”. Difficile, però, prevedere se alla fine vincerà la natura o l’uomo.