AGRIGENTO – L’agricoltura vive in provincia i suoi giorni più difficili. Strangolati dalla crisi del mercato, i suoi operatori, guidati dai sindacati di categoria – Cia e Confagricoltura – e dai comitati autonomi hanno espresso la loro protesta prima nella cerimonia conclusiva della Sagra del mandorlo e all’interno della villa che ospita la tenda del presidente della Provincia Eugenio D’Orsi, che a sua volta protesta per la realizzazione dell’aeroporto.
Diverse centinaia di agricoltori hanno evidenziato il loro profondo disagio economico e professionale per la mancata dichiarazione dello Stato di calamità da parte del Governo. Una vicenda che ogni giorno rischia sempre più di creare seri problemi di ordine pubblico.
Sulla questione è intervenuto anche il prefetto di Agrigento, Umberto Postiglione, che in compagnia del presidente D’Orsi ha provato a tranquillizzare gli animi e dare qualche risposta agli esasperati agricoltori.
“Con un messaggio a Roma – ha promesso – segnalerò lo stato di grande difficoltà in cui versa il comparto. Vorrei però vedere anche il contributo dei sindaci. Sarebbe opportuno convocare una riunione dei Consigli comunali per esprimere contemporaneamente solidarietà agli operatori del settore”.
Il presidente della Provincia, Eugenio D’Orsi, ha garantito l’interessamento e la disponibilità a contribuire in tutti i modi possibili alla risoluzione dei problemi.
“Volevamo incontrarvi – ha detto – e affrontare la questione. Sono disponibile a venire con voi sia dal presidente della Regione, Raffaele Lombardo, che fino a Bruxelles alla Commissione europea, se necessario”.
Successivamente, il Consiglio provinciale si è riunito e ha approvato un documento di sostegno e solidarietà agli agricoltori, in lotta per la propria sopravvivenza.
Intanto, nella villetta antistante il Palazzo della Provincia, le tende sono diventate due. Oltre a quello del presidente D’Orsi è stato infatti allestito un presidio della Cia.
Proteste che si sommano a proteste. È questo lo scenario a cui si sta assistendo in questi giorni nella Città dei templi.
AGRIGENTO – La protesta degli agricoltori, colpiti da una pesante crisi, è sempre più forte e alimenta non poche tensioni. Un vero e proprio crescendo di azioni negli ultimi giorni, dalle marce sulla Ss 640, alla lettura del documento durante la Sagra del mandorlo in fiore.
“Occorre – ha detto Pippo Di Falco, presidente della Cia – non perdere più tempo e intervenire. Siamo passati dal disastro del settore cerealicolo a quello vinicolo, per finire alle arance vendute a 25 centesimi al chilo. Ormai si produce sottocosto e le aziende agricole si stanno pesantemente indebitando”.
Non è da meno l’allarme lanciato da Confagricoltura: “I nostri agricoltori – ha affermato il presidente Paolo Giglia – non hanno più le risorse economiche per affrontare l’annata agraria. Occorre dichiarare lo stato di calamità per l’erogazione dei contributi. Ci fa comunque piacere il sostegno del prefetto e del presidente della Provincia”.