Il disegno di legge è carente di un aspetto che forse non è stato pensato e cioè: si manifesta vera trasparenza solo se i siciliani possono accedere telematicamente a procedure e documenti, salvo quelli personali per motivi di privacy, e ricevono una comunicazione costante dalle Pa regionale e locali sull’attuazione dei programmi, sul loro funzionamento e sull’andamento di tutta la macchina. In altri termini, solo la trasparenza consente un rapporto cristallino fra datore di lavoro sostanziale (i cittadini), e i suoi dipendenti e dirigenti pubblici. Da questo rapporto nessuno può prescindere, né è consentito di ribaltarlo facendo diventare i cittadini subordinati a dirigenti e dipendenti pubblici.
La trasparenza si ottiene mediante i siti Internet che devono essere aggiornati ogni sera in modo da consentire controllo e dialogo in tempo reale. Ogni amministrazione nomina un responsabile del sito, che va premiato se cura l’aggiornamento in tempo reale e licenziato se ritarda anche di un solo giorno. Tuttavia i siti Internet non sono sufficienti perché poco visitati dai cittadini in quanto non presentano attrattiva, tanto che non sono presenti in Audiweb. È per questo che risulta indispensabile attivare una comunicazione continua dalle amministrazioni pubbliche ai siciliani, per informarli su quanto fanno.
Nel testo si vede la professionalità e l’esperienza dell’assessore, che potrebbe accentuare il sistema dei controlli e soprattutto quello delle responsabilità, attivando meccanismi di decadenza del rapporto di lavoro o di recesso o rescissione dei contratti dei dirigenti interni ed esterni.
Infine la parte riguardante la semplificazione di cui si parla da decenni. Il terzo titolo del ddl è di indirizzo insieme ad una manifestazione di intenti. Si tratta di procedura mentre è indispensabile riordinare, materia per materia, l’enome coacervo di leggi regionali (piu di 3.000) nonché i provvedimenti subordinati che sembra ammontino ad altri 3.000.
La corruzione si manifesta anche per effetto di quest’enorme quantità di disposizioni, spesso in contrasto fra esse, che obbliga in qualche caso a chiedere interventi e favori. Quando tutto fila liscio ed è trasparente, la corruzione cessa perché nessuno ha bisogno di qualcuno. Va eliminato il favore dal funzionamento della Pa.