ROMA – L’Italia ha di nuovo paura per l’allarme frane. Ma è in particolare il Sud Italia a tremare. Sono, infatti, tornate le ‘sabbie mobili’ nel messinese, mentre tra Calabria e Sicilia “il numero complessivo delle persone sgombrate è di 4.000”.
A sentire il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, proprio in provincia di Messina “a San Fratello c’é la situazione più critica”. A peggiorare le cose, mostrando la debolezza del territorio italiano, ci si sono messi anche “i due anni più piovosi” da trent’anni a questa parte, ricordati proprio da Bertolaso nel corso di un’informativa nell’Aula del Senato.
Secondo il Cnr, riferisce il capo della Protezione civile, “il 2009 e il 2010, gli ultimi due anni, sono stati i più piovosi degli ultimi 30 anni: sia su scala nazionale che per quanto riguarda la Calabria e la Sicilia”, dove ci sono stati i pericoli maggiori legati al dissesto idrogeologico con particolare riferimento all’emergenza di San Fratello, in provincia di Messina, e di Maierato, in provincia di Vibo Valentia in Calabria.
Anche la Coldiretti parla della straordinaria pioggia degli ultimi due inverni.
Intanto, una bufera di vento si è abbattuta su alcune aree di Catanzaro e provincia provocando la caduta di alberi, cartelloni pubblicitari e lo scoperchiamento di alcuni tetti di capannoni. Come dire: le emergenze locali legate al maltempo non finiscono mai.
Tornando alla Sicilia, per Bertolaso “la situazione più critica riguarda San Fratello dove milioni di metri cubi stanno franando verso valle” e dove subito “dopo valuteremo la delocalizzazione” che si va profilando almeno per alcune aree. “Inevitabilmente – spiega – una volta perimetrata la situazione e compresa l’evoluzione della frana, saremo costretti ad immaginare la delocalizzazione di alcune famiglie se non di interi quartieri”. Ma Carmelo Lo Monte, capogruppo dell’Mpa alla Camera e vicepresidente del Gruppo misto, avverte: "Invito il sottosegretario Guido Bertolaso, capo della Protezione civile, ad occuparsi esclusivamente delle emergenze sulla base delle sue competenze professionali, lasciando agli enti locali quelle politiche. Non spetta a lui – aggiunge – la decisione di delocalizzareinteri quartieri a San Fratello ma agli enti locali, ovvero al Comune, alla Provincia ed alla Regione siciliana”.
A Baronia, altra zona a rischio dove è in corso una frana, si temono le nuove piogge: i tecnici hanno posizionato una serie di fessurometri per verificare la velocità di avanzamento della ‘terra’ che viene risucchiata verso valle dove si è creata la cosiddetta ‘area di accumulo’. L’eventuale nuova ondata di maltempo potrebbe, infatti, aggravare la situazione;
“Il ministero dell’Ambiente – riferisce Bertolaso – sta lavorando al Piano strategico” sul rischio da dissesto idrogeologico per cui è stato stanziato e pronto da “utilizzare un miliardo di euro”.
Per quanto riguarda poi Calabria e Sicilia, il capo della Protezione civile parla di una “cabina di regia” da attivare con le due regioni “per stabilire un cronoprogramma per gli interventi di messa in sicurezza e la ridefinizione delle situazioni di rischio.
Ma serve sapere come muoversi. “Aggiornare le mappe dell’Italia delle frane per rappresentare la situazione attuale di rischio”, propone Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, mentre per il presidente della commissione Ambiente del Senato, Antonio D’Alì “occorre mettere mano alla normativa definendo un sistema di norme quadro contro il dissesto”.
E dal presidente dell’Associazione nazionale comuni italiani (Anci), Sergio Chiamparino, la richiesta al ministro dell’Ambiente “di un tavolo di confronto permanente per azioni coordinate”.