1.800 regionali, inutili cercalavoro

PALERMO – Trecento strutture periferiche, più di 2 mila persone che vi lavorano, oltre 100 milioni di euro spesi l’anno. E’ una struttura mastodontica, quella della Regione che tratta specificatamente tutta la sfera relativa alle politiche attive del lavoro.
Tanto per rendere l’idea questo apparato siciliano da solo costituisce il 60 per cento circa dell’intero parco dipendenti della Regione Lombardia che conta 3 mila e 600 unità. I Cpi e gli Sportelli multifunzionali che dovrebbero far incontrare domanda e offerta di lavoro in Sicilia non funzionano, e la disoccupazione “vola”.
Secondo l’ultimo rilevamento Istat, l’occupazione in Lombardia è al 67 per cento della popolazione, l’Isola sfiora il 50%.
 
Si potrebbe benissimo dire che la Sicilia ha bisogno di contare su strutture massicce per rilanciare la sua economia e ridare linfa vitale al mercato dell’occupazione. Solo che anche in questo caso i risultati sono deprimenti: perché mentre la virtuosa Lombardia conta su un’occupazione che arriva, secondo l’ultimo rilevamento Istat, al 67 per cento della popolazione, la Sicilia invece sfiora di poco il 50 per cento. In pratica si spende molto di più in servizi per favorire l’occupazione pur contando su oltre 15 punti percentuali di differenza con la regione del Nord in fatto di lavoratori attivi. I dati sono abbastanza eloquenti e da soli bastano per parlare di una politica del lavoro attuata dalla Regione che ha tutto il sapore del grande fallimento.
L’amministrazione regionale siciliana si avvale per lo più di strutture periferiche per mettere in campo tutti i servizi relativi alle politiche del lavoro. A svolgere questa mansione sono i Centri per l’impiego e gli Sportelli multifunzionali. Apparati davvero mastodontici e soprattutto super costosi. I Cpi in tutta la Sicilia sono 65 e contano  1.800 dipendenti.
I loro costi sono quasi tutti di personale e si aggirano sui 50 milioni di euro l’anno. Risultati?
Dice tutto il rapporto dell’Isfol 2009 che rileva come in Sicilia solo l’8,5 per cento dei soggetti che sono ricorsi ai Centri hanno ottenuto serie opportunità di inserimento professionale, contro il 19,1 per cento del Nord. Sul fronte dell’incontro tra domanda ed offerta di lavoro, tramite la condivisione dei dati di lavoratori ed aziende con la Borsa nazionale continua del lavoro, l’indagine  nazionale Isfol 2008 rivela che al Sud e nelle Isole, i Cpi  condividerebbero le banche dati con la Borsa Lavoro, solo nel 10 per cento dei casi. Aspetto quest’ultimo confermato da Andrea Mundone, Funzionario responsabile del Portale lavoro e Banche dati dell’Agenzia per l’Impiego dell’assessorato regionale al Lavoro: “Abbiamo un portale che gestiamo direttamente – afferma – dove compaiono mediamente ogni anno tra le mille e 500 e le 2 mila offerte di lavoro. Si tratta quasi esclusivamente di concorsi pubblici che estrapolo personalmente dalle gazzette ufficiali.
Dal privato arriva pochissimo. Non so dire però quali dati sono in possesso dei singoli centri per l’impiego. I Cpi hanno l’opportunità di caricare le offerte di lavoro sul nostro portale. Perché ne arrivano poche? Non lo so”. Attualmente sono caricate 194 offerte di lavoro tra pubblico e privato. Scorrendo si può notare che si tratta in realtà quasi tutti di concorsi pubblici e di richieste per lavorare fuori dalla Sicilia.
Discorso a parte meritano poi gli Sportelli multifunzionali. Da un decennio sono operativi, costano 63 milioni di euro l’anno e fanno affidamento a un bacino di circa 300 operatori esterni alla Regione, cioè che si riferiscono a personale di enti di formazione.
Ce ne sono in tutta la Sicilia ben 252 di questi sportelli ed hanno, tra i loro compiti, quello anche di favorire l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro. Eppure i riscontri restano scadenti: lo dimostra il continuo picco alto di disoccupati, specie tra i giovani.
Il nostro Quotidiano ha fatto molto di più: ha scovato in una recente inchiesta pubblicata oltre 20 mila e 700 opportunità di lavoro solo in Sicilia. Ma le ultime notizie sull’apertura di nuove industrie e centri commerciali, ci permette di aggiornare il dato a circa 22 mila e 500 posti di lavoro. In questo calderone abbiamo anche inserito le opportunità che arrivano dal franchising.