Palermo – Mentre la città soffoca tra i rifiuti in tanti giocano allo scaricabarile

PALERMO – Una città mortificata da continue e ripetuti voltafaccia, da bugie che si beffano di tanta gente che ancora ritiene il senso del dovere un tutt’uno con il rispetto delle regole. Una di queste bugie è quella che si riferisce ai contenitori per la raccolta differenziata della carta (1700 litri) consegnati all’Amia dall’Ato Pa 3 nel 2008 attraverso un finanziamento europeo. Contenitori che, oramai, sono regolarmente utilizzati per la raccolta indifferenziata.
Un abuso fatto da chi? Dai cittadini che non rispettano le regole o dall’Amia che ha trovato comodo sostituire quasi in un silenzio assenso o se vogliamo – in una situazione di fatto – i contenitori bruciati o inutilizzabili della raccolta indifferenziata con questi ultimi. Ognuno, ovviamente, punta il dito verso l’altro (come abbiamo scritto nel primo articolo in cui ci siamo occupati della questione). Tolti i coperchi e gli adesivi (che indicano il tipo di materiale da conferire) il gioco è fatto. I contenitori sono del tutto simili a quelli per la raccolta dei rifiuti solidi urbani e naturalmente tutto ciò crea un grave danno per raccolta differenziata, che stenta a decollare ed è in notevole ritardo rispetto ad altre città, anche della nostra stessa regione.
Nel frattempo i palermitani continuano a vivere con le strade colme di rifiuti, quasi in un rassegnato destino, come dire che la responsabilità, alla fine, è sempre di qualcun altro. Il quadro è ormai estremamente chiaro per chi assiste quotidianamente alle scene desolanti che si susseguono in città: intere strade di diversi quartieri sommerse periodicamente non solo dall’immondizia ma anche e soprattutto dalla colpevole inadempienza di chi non si assume a chiare lettere la responsabilità di tutto ciò. Si demanda al compattatore di turno guasto o ancora, alla discarica sovraccarica e perché no, alla carenza di adeguate attrezzature di sicurezza per gli operatori. Ma anche i cittadini con poco senso civico, occorre dirlo, fanno la loro parte.
A ogni modo, la parola emergenza oramai può definirsi abusata. E si può davvero iniziare a parlare di mancanza di amore, d’interesse, di menefreghista partecipazione alla vita sociale, intendendo con ciò, l’assenza totale di un benché minimo interesse per tutto ciò che sta fuori dalla nostra casa pulita.