“Vogliamo risposte da Fiat e Governo”

TERMINI IMERESE (PA) – “Sulla questione Fiat mi farò raccomandare da Obama in persona”, ha detto Raffaele Lombardo ironizzando sulla impossibilità, fino a questo momento, di avere un incontro con i vertici Fiat per parlare del futuro dello stabilimento di Termini Imerese.
Il presidente della Regione ha partecipato al decimo congresso della Fiom Cgil regionale, tenutosi ieri nella cittadina in provincia di Palermo. “Sul futuro di Termini Imerese dobbiamo giocare a carte scoperte – ha dichiarato Lombardo, durante il suo intervento – Il governo regionale con una delibera di giunta ha scritto nero su bianco che è disposto a mettere 350 milioni, il governo nazionale 100 milioni, pochino. In ogni caso – ha aggiunto – è bene che il governo nazionale almeno pretenda da subito di sapere cosa vuole fare la Fiat”.
Parole dure sul comportamento dell’azienda automobilistica torinese che aveva dapprima dichiarato che avrebbe ceduto gratuitamente lo stabilimento, ma che ora, a detta di Lombardo, “sembra si sia rimangiata questo impegno”.
Per il governatore l’atteggiamento della Fiat è sconcertante: “L’azienda elude, dribbla, giochicchia e non dà risposte. La risposta però la posso immaginare, il nulla; anzi, mettendosi di traverso, rispetto ad un nuovo concorrente che possa venire in Italia nel settore automobilistico”.
“Fiat deve avere ben chiaro – ha affermato il leader della Fiom, Gianni Rinaldini – che se proseguirà nella strategia che finora ha portato avanti si ritroverà ad affrontare un scontro sociale forte. La decisione di chiudere Termini Imerese rientra nel disegno che sta portando a compimento l’azienda, vale a dire lo scorporo dell’auto con la costituzione di una nuova società della quale la famiglia Agnelli avrà tra il 16% e il 17% e dentro cui ci sarà probabilmente un terzo soggetto. Questo è il percorso tracciato da Sergio Marchionne”.
Anche per la Fiom il governo nazionale ha delle grosse responsabilità in questa vicenda. “È assordante – ha continuato Rinaldini – il silenzio del governo Berlusconi, che dimostra sudditanza nei confronti di Fiat e di non avere alcuna idea di politica industriale. Questa è la vera ragione per cui Fiat chiude Termini Imerese, non c’é un problema di costi ma solo un disegno strategico con l’Italia che sarà parte marginale della nuova società che ha intenzione di costruire Fiat”.
Per Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil, un modo per fare pressione sul governo, prima ancora di esaminare le proposte, potrebbe essere uno sciopero. “Il governo deve dirci in fretta cosa vuole fare su Termini – ha detto Epifani, a margine della presentazione dello sciopero di venerdì su lavoro, fisco e cittadinanza -. C’è il rischio che si perdano quote di lavoro e produzione in Italia perché – ha spiegato – il gruppo Fiat è sempre più internazionale”.
Quello della chiusura dello stabilimento di Termini sembra un déjà vu per Helmut Lense, segretario del sindacato dei metalmeccanici tedeschi IG Metal: “Anche in Germania abbiamo vissuto una situazione analoga con la Opel e alla fine il governo si è deciso a mettere i soldi per salvaguardare i posti di lavoro ma ancora oggi la questione è aperta. Se la Fiat decidesse di chiudere, così come ha detto, le conseguenze non sarebbero prevedibili nella loro portata. La questione riguarda anche le aziende dell’indotto e non solo di quelle direttamente collegate all’azienda torinese”. Durante la tavola rotonda dal titolo “Quale futuro sullo stabilimento Fiat di Termini Imerese”, nell’ambito del congresso, si è anche parlato delle proposte ricevute per il futuro dello stabilimento. Su un punto il governo regionale è estremamente chiaro, quell’area non diventerà una zona commerciale: “Non concederemo autorizzazioni per la costruzione di centri commerciali – ha detto Lombardo -. In questo non si illudano. Non daremo autorizzazioni perché in quel sito si vendano spagnolette o lampade da tavolo”.
 

 
Le proposte. Si vagliano solo quelle sul settore dell’auto
 
TERMINI IMERESE (PA) – “Il governo acceleri il confronto con il sindacato – ha detto Gianni Rinaldini della Fiom – sulle quattro proposte per Termini Imerese che riguardano progetti per il settore dell’auto. Delle altre cinque proposte presentate al ministero dello Sviluppo ci interessa ben poco”.
“Dobbiamo essere in grado di stringere i tempi – ha aggiunto Rinaldini – Il tavolo del 13 aprile non può essere interlocutorio come le riunioni precedenti. Bisogna mettere le carte in tavola e non può essere la Fiat a stabilire quale progetto va bene sulla base delle proprie convenienze”.
“Scriverò – ha continuato Raffaele Lombardo – al ministro dello Sviluppo, Claudio Scajola, per chiedergli di mettere tutte la carte in tavola riguardo le proposte del settore auto al vaglio di Invitalia (l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, ndr)”.
Il presidente della Regione ha confermato l’interesse dell’imprenditore Gian Mario Rossignolo nei confronti dello stabilimento di Termini Imerese: “Il suo progetto – ha sottolineato Lombardo – mi sembra una cosa seria, anche se ovviamente non ha gli stessi numeri di Fiat”.
Sonora bocciatura invece per il progetto del finanziere Simone Cimino per la costruzione, con un’impresa indiana, di auto elettriche: “Non credo possa essere la soluzione giusta, è un progetto in evoluzione che si realizzerà nell’arco di tanti anni”.