Zone franche urbane: Anci chiede il decreto per renderle operative

PALERMO – È di fine ottobre 2009 la sigla del il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, dei contratti con i sindaci dei comuni interessati dall’istituzione delle Zone franche urbane, 22 in tutto, di cui tre in Sicilia: Catania, Gela (Caltanissetta) ed Erice (Trapani).
Di fine novembre la notizia: “Ammonta a 17 milioni di euro la dotazione finanziaria iniziale per le tre zone franche urbane istituite dal governo in Sicilia”diffusa in una nota della Cgil regionale. “Le risorse – era scritto nella nota – sono ora effettivamente disponibili e dal prossimo gennaio saranno operative nelle tre aree agevolazioni fiscali e contributive per la creazione di nuove attività economiche delle micro e piccole imprese”. Ma in questi giorni è intervenuta l’Associazione nazionale comuni italiani (Anci) chiedendo che “ripristinata la disciplina preesistente sulle Zone Franche Urbane, si proceda in tempi brevi all’adozione del decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze finalizzato a regolare le condizioni, i limiti e le modalità di applicazione delle esenzioni fiscali”.
“Inoltre – scrive l’Anci – per assicurare una ottimale sperimentazione, è necessario fin da subito lavorare d’intesa con i Ministeri competenti, al fine di definire le migliori condizioni per un’applicazione efficace sul territorio di questo importante strumento”.
Questa appunto la richiesta contenuta nella lettera che il Presidente dell’Associazione, Sergio Chiamparino ha inviato al Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti e al Ministro delle dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola. A tal fine Chiamparino esprime la disponibilità dell’Anci a “concordare le modalità operative e di coordinamento più efficaci, affinchè i Comuni possano tempestivamente procedere nell’attuazione dei programmi di intervento, collegati all’attivazione delle Zone Franche Urbane, massimizzando così, sia in termini di inclusione sociale che di maggiore occupazione, gli effetti delle misure di esenzione fiscale previste dalle Zfu”. “L’attuazione della normativa sulle Zone Franche Urbane (Zfu) – evidenzia Chiamparino – rappresenta per le città interessate un’importante occasione per sperimentare un istituto che è stato capace in altri Paese europei di dare una risposta abbastanza soddisfacente, seppur circoscritta, ai problemi dell’inclusione sociale, della crescita e della riqualificazione urbana”.
Dopo aver sottolineato che la normativa sulle Zfu ha segnato “fin dalla fase istruttoria, un percorso virtuoso di una buona pratica di relazioni interistituzionali che ha visto i diversi livelli istituzionali variamente coinvolti nella procedura di individuazione e approvazione dei relativi progetti di intervento urbano”, Chiamparino ricorda che “l’Anci, ha svolto e continuerà a svolgere un ruolo fondamentale di coordinamento dei Comuni interessati, in tutte le sedi istituzionali e operative”.