Turismo, in crisi anche le agenzie viaggi

PALERMO – La crisi anche a causa della tecnologia.
La diffusione di internet sta creando problemi alle agenzie di viaggi in Sicilia, investite prima dalla crisi internazionale e adesso anche dai collegamenti on line.
Oramai con un click c’è tutto a portata di mano, spesso ci sono pure delle agevolazioni per chi utilizza internet. Ed allora perché passare per forza dall’agenzia che comunque richiede una commissione per ogni prenotazione?
Con i tempi difficili che corrono adesso si sta attenti anche alle 10-20 euro che mediamente vengono chiesti come commissione dalle agenzie per un viaggio prenotato da due persone. Figurarsi quando poi si tratta di una famiglia, magari composti da 4 unità. Il peso della commissione in agenzia si fa sentire. Facendo un giro per le agenzie la crisi si è fatta sentire nel 2009 e il 2010 non è cominciato sotto i migliori auspici: “Il viaggio è diventato un bene di lusso – afferma Daniela Vinci dell’agenzia Vespri Viaggi di Palermo – e così molte famiglie si sono accontentate di trascorrere vacanze brevi e week-end fuori porta solo una volta l’anno”.
“Fino a qualche anno fa si prenotava anche un viaggio per stagione, invece adesso solo per l´estate”, conferma Claudio Pianigiani della Gifra Viaggi di Catania. Tutto collima: infatti anche gli addetti ai lavori del settore turistico a livelli statistico possono confermare il difficile momento che sta attraversando la Sicilia oramai da un paio di anni a questa parte.
“Il 2010, turisticamente parlando, è partito male e dopo un Natale e Capodanno che avevano fatto registrare un buon andamento di arrivi e presenze, lasciando presagire una ripresa, dobbiamo invece registrare come l’onda lunga della crisi non accenni a diminuire”. È quanto afferma il presidente di Federalberghi-Confturismo, Bernabò Bocca, alla lettura dei dati relativi al monitoraggio mensile effettuato dalla Federazione: l’inchiesta ha toccato anche il territorio siciliano dove sono state intervistate con metodologia internet decine di imprese ricettive, distribuite a campione sull’intero territorio.
“Leggere che le presenze alberghiere sono calate del 2,1 per cento a gennaio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno – prosegue Bocca – significa che tutte le tipologie turistiche attualmente in funzione, località montane, località termali, città d’arte e città d’affari, hanno sofferto cali di arrivi e pernottamenti, a fronte di tariffe alberghiere che continuano a essere ferme se non in calo generalizzato”.
Unico spiraglio nel panorama turistico siciliano è il settore croceristico che sta vivendo un vero e proprio periodo di boom. Le agenzie di viaggio sono già sommerse da prenotazioni per i viaggi del 2011: “Le compagnie di crociera – riferisce Daniela Moscuzza dll’Agenzia Ortigia Viaggi di Siracusa – hanno adottato una politica di marketing vantaggiosa per le famiglie. I bambini non pagano e la vacanza comunque ha un costo sostenuto e si può disdire la prenotazione con largo anticipo”.
Non resta quindi che aggrapparsi alle poche speranze per costruire un futuro che resta ancora abbastanza nero.
 


A Taormina e Capo d’Orlando cali di presenze del 10%
 
I numeri dell’Osservatorio Turistico dell’Assessorato regionale al Turismo della Regione Siciliana parlano chiaro. I dati relativi all’estate 2009, confrontati con gli stessi dati dell’anno precedente, mostrano un calo delle presenze totale del -5 per cento nell’intero territorio, una flessione tutto sommato limitata che però presenta fattori allarmanti. Sopratutto in provincia di Messina. Leggerissima flessione per località come Milazzo, le Isole Eolie e Giardini, netto calo per altre località turistiche come Capo d’Orlando e Taormina: 10 per cento circa delle presenze in meno. Fanalino di coda con cali di presenze superiori al 22 per cento è Patti. A risentire di questi dati negatici gli agriturismi e gli alberghi. Sempre l’Osservatorio ha potuto appurare anzitutto nell’ultimo anno censito un calo di arrivi di circa 400 mila unità. Peggio ancora le presenze che hanno toccato un -800 mila. Esiste un altro problema reale, oltre alla crisi, a livello infrastrutturale per la Sicilia ed è quella della mancanza di diversificazione dell’offerta di posti letto. C’è tra l’altro una dura realtà con la quale confrontarsi: la Sicilia infatti è seconda tra le isole europee sia per numero di strutture alberghiere (1.171) che per strutture extra-alberghiere, come B&B e case vacanza (2.532), ma ha un tasso di non occupazione dei posti-letto del 78 per cento, tra i più alti a confronto con le altre isole europee.