PALERMO – Anno in rosso per le imprese artigiane e agricoltura al collasso. Allo stato, possiamo rilevare l’assoluta mancanza di risposte utili ed incoraggianti per le imprese agricole e zootecniche in difficoltà.
L’iniziativa tendente ad ottenere la dichiarazione e il riconoscimento dello stato di crisi che ha visto il governo regionale impegnato nei confronti del governo nazionale e della Ue ha fatto un buco nell’acqua.
Nulla sino ad ora hanno ottenuto i comitati in rete della Sicilia che già da tempo hanno espresso perplessità sulle misure con cui la Regione aveva provato ad arginare la crisi del settore che ormai sta determinando il fallimento di tante aziende.
Sono tanti i dubbi espressi all’assessore Titti Bufardeci dal presidente dei Comitati in rete, Marziano Ferro, che chiede una maggiore trasparenza del Fondo Crias messo a disposizione. Ma si chiedono anche se risulta utile il capitolo accesso al credito, i consorzi Fidi, il fondo Sgfa, dato che solo il 5 per cento di agricoltori potranno accedere a queste agevolazioni.
Sull’argomento abbiamo intervistato il presidente della Crias, Rosario Alescio, il quale dice che “le priorità dell’Ente sono varie, prima fra tutte quella di ottenere nuovi stanziamenti che consentano all’Ente di poter erogare prontamente nuove istanze sia in favore del comparto artigiano che in favore di quello agricolo; ed ancora quella di continuare ad adoperarsi per snellire ulteriormente l’iter finalizzato alla concessione dell’agevolazione, sì da eliminare ogni sorta di ostacolo burocratico per le aziende.
Al contempo esigenza ritenuta prioritaria dall’Ente è quella di poter operare con ulteriori modalità operative che delineino nuove e più semplici vie di accesso al credito per le imprese interessate.
È precisa intenzione poi dell’Ente quella di adoperarsi per cercare di assumere nuove competenze essendo consapevolmente dotata degli strumenti e della professionalità necessarie per poter influire più decisamente nella realtà produttiva siciliana”.
Alescio ha tenuto a sottolineare che “purtroppo la disponibilità attuale del fondo non consente di dare risposte immediate a tutte le imprese artigiane che hanno avanzato richiesta di agevolazione.
Ogni anno sono migliaia le aziende che si rivolgono all’Ente. Ad oggi sono circa 2170 le pratiche di finanziamento già deliberate dall’Ente che restano sospese per un’assenza di liquidità pari a €. 66.570.000,00 e circa 2.160 le pratiche prese in carico dall’Ente che non sono state ancora deliberate, perché comportano un ulteriore significativo impegno finanziario di €. 52.427.000,00 per la Crias. Il tutto per un deficit finanziario complessivo di ca 119.000.000,00. Solo nell’ultimo biennio sono state erogate n. 8211 pratiche presentate dalle imprese artigiane per un totale complesso di circa 261.218.811,00 euro. La Crias ha erogato a centinaia di imprese artigiane più di 100.000.000,00 di euro delle agevolazioni previste ex art. 48, L.R. 32/2000 nella qualità di ente attuatore e beneficiario finale.”
Le richieste pervenute superiori alle disponibilità
Lo stesso Alescio, per quanto riguarda le somme previste nei capitoli di spesa, le ritiene insufficienti poiché “a fronte di una dotazione finanziaria di 15.000.000 euro abbiamo ricevuto richieste per un importo superiore a €. 140.000.000”. Per ciò che concerne i finanziamenti in favore delle imprese agricole per la formazione di scorte ai sensi dell’art. 16 della L.R. 6/09 la Crias ha assunto il ruolo di gestore concessionario. Con successivo DDG n. 1893/2009 sono state pubblicate le procedure per la concessione dei finanziamenti scorte in agricoltura e sono stati aperti i termini per la presentazione delle istanze dal 16 novembre 2009 al 30 novembre 2009. Sono pervenute, n. 4004 istanze per un totale di €. 143.596.929,00 a fronte di una dotazione finanziaria di €. 15.000.000,00 suddivisa in €. 13.500.000,00 per le imprese di produzione e €. 1.500.000,00 per le imprese associate attive nel settore della lavorazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli. In base alla dotazione finanziaria è stato possibile ammettere alle agevolazioni solamente n. 5 imprese per la trasformazione e n. 481 per la produzione primaria.