PALERMO – “Da qualche settimana ormai, leggiamo sulla stampa dichiarazioni di Confindustria di un presunto blocco da parte della burocrazia di miliardi di euro nel settore dell’energia in Sicilia…ho avuto occasione di illustrare che il mercato potenzialmente generabile in Sicilia solo utilizzando la tecnologia del fotovoltaico integrato sui tetti è pari a 5-6 miliardi di euro”.
Non le manda a dire il dirigente regionale del dipartimento all’Energia Rossana Interlandi, che prende posizione sull’allarme lanciato dall’assessore regionale alle Attività produtive Marco Venturi sulle lentezze burocariche che sbloccherebbero lo sviluppo delle energie rinnovabili nell’Isola.
Interlandi, prima d’entrare nel merito della questione delle autorizzazioni, spiega le potenzialità del mercato fotovoltaico in Sicilia.
“Abbiamo stimato infatti che in Sicilia sono disponibili circa 29 mila ettari di tetti tra fabbricati residenziali e non residenziali, coprendo il 15% dei quali, si sarebbe in grado di produrre ben 2.500 MW di energia”.
L’ex assessore regionale all’Ambiente esce fuori “l’asso nella manica” a sostegno della sua posizione cioè il Pears (Piano energetico e ambientale della Regione siciliana), che di fatto, è lo strumento regolatore del comparto energetico, anche per il settore delle rinnovabili.
“Quello che di recente si è dimenticato di dire è che in Sicilia vige un Piano energetico ambientale che vuole rappresentare una grande occasione di redistribuzione della ricchezza per i siciliani, nonchè di rivitalizzazione delle piccole imprese siciliane in crisi.
Da ciò il favore per l’energia distribuita, per i piccoli impianti, per la micro taglia, la cui realizzazione è alla portata economica delle famiglie siciliane … e per legge nazionale, totalmente sburocratizzata, non c’è necessità di alcun passaggio dagli uffici regionali”.
L’Interlandi difende gli obiettivi sociali del Pears e va al contrattacco, spiegando nel merito, perché si è giunti ad un ammontare di pratiche da smaltire considerevole, nell’ufficio che dal 1° gennaio 2010 dirige.
“L’arretrato di pratiche cui si riferiscono alcuni esponenti di Confindustria Sicilia, giacenti nei nostri uffici è dovuto ad un boom di domande successivo all’entrata in vigore delle norme sulle tariffe incentivanti statali (il cosiddetto “conto energia”) e riguarda impianti di ben diverse proporzioni: macro eolici, fotovoltaici su terreno agricolo ed impianti di biomasse che sono soggetti ad autorizzazione unica resa in seguito a conferenza dei servizi”.
Il dirigente attribuisce all’assenza di pianificazione cumulatasi negli anni, la vera causa burocratica che ha comportato un arretrato pari a 1.400 pratiche da istruire.
“Un arretrato che si è formato proprio a causa dell’assenza di pianificazione protratta negli anni passati. La Regione ha affrontato il problema proprio con il varo del Piano energetico ambientale la cui peculiarità è stata quella di tentare di mettere ordine, pur tra mille difficoltà, in un settore in preda alla deregulation più estrema, e dove più forti sono stati riscontrati i rischi di canalizzazione di denaro da incontrollabile provenienza”.
Fatta l’analisi dell’inefficienza passata, Interlandi è chiamata a dare una svolta al suo ufficio, affinché si coniughi efficacia nell’azione amministrativa e riscontro legale delle autorizzazioni ancora giacenti al dipartimento.
Il dirigente a Confindutria Sicilia: “Selezionare iniziative serie e legali”
PALERMO – “Stia tranquilla Confindustria Sicilia, che la burocrazia del dipartimento Energia è impegnata proprio a contrastare, i fenomeni di criminalità organizzata e mafiosa in un settore così incentivato sotto il profilo del cosiddetto “conto energia” (il più alto del mondo a chilowattora per il macroeolico)”. Interlandi, si rivolge direttamente ai vertici di Confindustria Sicilia, garantendo che, le pratiche saranno valutate sulla base della bontà della proposta progettuale, e che l’ufficio che lei dirige punterà a un’istruttoria veloce all’insegna del rigore nella valutazione.
“L’ufficio è impegnato proprio a selezionare, in piena trasparenza, le iniziative imprenditoriali serie da quelle che nessuna ricaduta socioeconomica possono garantire al territorio; è impegnato a scremare e a rigettare i progetti arretrati carenti di documentazione indefettibile e per ciò destinati verosimilmente ad ossigenare il mercato delle intermediazioni; è impegnato a contrastare eventuali interventi di mafia e criminalità organizzata attraverso un raccordo sempre più stretto con le Prefetture territoriali e la Guardia di Finanza”.