Enna – Brucellosi e tutela degli allevatori attraverso l’aumento dei controlli

ENNA – La brucellosi rappresenta per la Sicilia un grosso problema, non solo per i rischi legati alla salute umana, ma anche per i riflessi negativi sulle produzioni casearie. L’adozione del Piano di vaccinazioni non ha portato gli esiti sperati, perché le aziende “indenni”, quindi con capi vaccinati non possono commercializzare i prodotti con il bollo Ue e le altre regioni non accettano tali capi, con una forte penalizzazione commerciale per i nostri allevatori.
Lo scorso luglio è stato approvato con decreto assessoriale un programma di lotta alla brucellosi che permetterebbe di rilanciare l’agricoltura ennese.
“Il piano – spiega Ireneo Sferrazza, dirigente del dipartimento Veterinaria dell’Asp di Enna – è stato attuato in prova per tre mesi e ha previsto l’intensificazione dei controlli negli allevamenti risultati positivi o con focolai attivi con l’abbattimento degli animali infetti per macellazione”.
 
Questa azione ha permesso di ridurre notevolmente l’indice della malattia e negli allevamenti con focolai attivi si è avviato un processo di negativizzazione, così da non riscontrare alcuna positività almeno per un controllo.
“A dicembre – continua Sferazza – si è avuto un incontro con il Centro di riferimento, il Ministero, la Provincia, le Associazioni di categoria, perché ragionare in termini di sistema è indispensabile per la risoluzione del problema”.
 
Aspetti da non sottovalutare sono il controllo delle movimentazioni e l’avvio alla macellazione tramite un unico canale commerciale senza che l’allevatore debba preoccuparsi di cercarlo. In questo modo si velocizzerebbe l’abbattimento (limitando ulteriormente la diffusione della malattia) e l’erogazione dell’indennizzo agli allevatori.
 
Queste procedute, reiterate ciclicamente, condurrebbero finalmente all’eradicazione della malattia. Il primo step del programma è concluso. Adesso occorre analizzare le risultanze di quanto proposto nel programma di eradicazione, con l’aspettativa di continuare il protocollo per altri 6 mesi.

Qualità: verificare l’operato dei veterinari
 
ENNA – Altro aspetto importante su cui l’Asp di Enna sta puntando da 1 anno e mezzo è un controllo di qualità sull’operato dei veterinari nell’applicazione della metodologia prevista dal protocollo. È basato sulla genotracciabilità del soggetto da cui è stato prelevato il siero, verificando se l’animale, positivo o negativo, è realmente tale o frutto di un errore. I controlli sono quindi serrati, ma anche il consumatore ha delle responsabilità, in quanto è bene che acquistino solo da canali ufficiali provvisti di bollo Ue.
“Il programma – aggiunge Ireneo Sferrazza, dirigente del dipartimento Veterinaria dell’Asp di Enna – in una fase più avanzata prevede la realizzazione di una sorta di bollino da esporre nelle strutture che vendono direttamente al consumatore per indicargli la situazione sanitaria in cui si trova quel produttore. È un progetto che può ridare linfa al singolo produttore ed avvicinare nuovamente il cittadino al territorio”.