In quei mesi non si parlava d’altro: la Porcina o la Suina (dall’animale che avrebbe contagiato l’uomo) sarebbe stata estremamente pericolosa e dunque bisognava effettuare una vaccinazione di massa per prevenirne gli effetti catastrofici.
Lo Stato ha comprato 24 milioni di dosi solo da un’industria farmaceutica spendendo 194 milioni di €, ma ha preparato contratti con altre chiedendo un’accelerazione nelle consegne.
Il vaccino non aveva i tempi tecnici necessari per essere prodotto in breve tempo, quindi è stato inserito una sorta di acceleratore della produzione che aveva però il difetto di essere tossico per l’organismo umano, dal che ne derivava una sua parziale inefficacia.
I medici di famiglia non hanno consigliato la vaccinazione anche per questa ragione e infatti sono state vaccinate meno di un milione di persone in tutta Italia. Naturalmente la campagna allarmistica ha fatto vendere antivirali, analgesici e antibiotici in misura abnorme, cosicché alla fine a guadagnarci è stata la corporazione delle industrie farmaceutiche. Un vero flop costato tanto, sensore di inefficienza.
Un altro caso, non solo di malasanità, ma di mala gestione del denaro pubblico, del quale vi è scarsa disponibilità e dunque andrebbe gestito con grande parsimonia e attenzione.
I 184 milioni spesi per questa operazione sono stati letteralmente bruciati. Ci si chiede se, d’altro canto, l’allarme fosse giustificato. Su questo punto il Ministero non ha fatto alcuna luce, sperando che la questione passasse nel dimenticatoio. Per quello che vale, noi la riportiamo in tutta la sua gravità all’opinione pubblica siciliana perché si renda conto come, anche in questo caso, la corporazione dei produttori di farmaci abbia colpito ancora, prelevando dalle casse dello Stato denaro dei cittadini e trasferendolo nelle proprie casse. Anche per questo si giustifica l’assenteismo degli elettori nell’ultima tornata del 28 e 29 marzo, come ulteriore dimostrazione del disgusto che essi hanno nei confronti del ceto politico, indipendentemente dalla parte che rappresentano.