PALERMO – In questi ultimi 40 anni i Governi regionali non sono riusciti a far crescere la Sicilia: un tempo mancavano le condizioni, ma oggi ci sono mezzi e fondi. Cosa non funziona allora? Forse l’incapacità di gestire le risorse umane?
“Per quattro anni sono stato il direttore dell’ufficio di controllo di secondo livello della Regione siciliana, l’ufficio che, se vogliamo, della Regione ha fatto “l’analisi del sangue” complessiva.
La nostra amministrazione, è vero, ha una serie di complicazioni burocratiche ed un materiale umano non certo di prim’ordine, ma bisogna tenere in considerazione che spesso la cosiddetta imprenditoria diventa “prenditorìa”. Faccio un esempio: abbiamo dovuto restituire circa 150 milioni dai fondi di intervento destinati in origine agli alberghi, milioni che sono dovuti transitare in un altro settore”.
Vista la situazione, che tipo di interventi intendete fare?
“Adesso, il mio dipartimento sta prendendo tutti i provvedimenti del caso e, nonostante ci troviamo in presenza di una riforma che ci sta facendo perdere comparti importanti, ci stiamo sforzando di affrontare al meglio questo difficile momento di passaggio che, grazie anche alla competenza dei miei colleghi, avverrà senza grandi traumi”.
Il vostro organico è sufficiente? Quante persone conta?
“Ho un personale complessivo di duecento persone. Abbiamo rimesso in moto i fondi del Po, e fatto i bandi previsti. Ma quali sono le note aggiuntive, il salto di qualità del mio operato? Sto cercando di fare due cose. La prima è cercare di risolvere la mancanza di uno strumento di programmazione triennale come invece previsto dalla legge 10 del 2005- all’interno del dipartimento. Una tale programmazione rappresenta un sogno nel cassetto, ma una linea guida va ugualmente data.
A noi competono quasi un miliardo di risorse europee, è vero, ma una parte andrà al settore porti turistici e alberghi che da poco è passato, come accennavo, ad un altro demanio. Oltre a quanto è già stato fatto, entro il 30 giugno dovrei fare la programmazione del settore.
Un’altra grande opportunità, invece, è data da un’idea che si sta sviluppando in silenzio ed è frutto di una mia collaborazione con il presidente della Regione, Lombardo. Nel corso di un nostro incontro, infatti, Lombardo ha chiesto una mia diagnosi, come esperto, sulle condizioni della Regione. Nel corso di una serrata discussione che ha richiesto l’intero pomeriggio ho esposto la mia idea: credo poco all’eventualità che i fondi europei possano essere utilizzati solo con i famosi bandi. Bandi che hanno creato la gestione dei fondi con i concorsi pubblici ma, soprattutto, hanno creato un effetto a “macchia di leopardo” nei comuni.
Allora perché, mi chiedo, non utilizzare in Sicilia lo strumento dell’accordo di programmazione territoriale, della negoziazione con l’amministrazione pubblica, cosa che l’Unione europea accetta tranquillamente?
Oggi è “esploso” un asse del Po, quello relativo allo sviluppo urbano sostenibile. Abbiamo così pensato, di incrementare l’asse 6 con una quota del 30%. Abbiamo fatto un castelletto finanziario pari ad una cifra complessiva di un miliardo che doterà l’accordo di programma sul territorio. Sono state individuate 26 aree territoriali, alle quali è stato diramato un avviso per presentare i propri progetti inerenti l’illuminazione stradale, il miglioramento della viabilità, la sicurezza ed il turismo. Ora, per la programmazione centrale ci vuole una nuova grande linea universale strategica: finora ci siamo limitati ad aprire la finestra e lanciare i soldi derivanti dal Po. Solo il più lesto o fortunato di passaggio riusciva a prenderli. Questo, si capisce, non può andar bene. Così, adesso, vogliamo dialogare col territorio stesso, seppure consci di tutte le carenze e le difficoltà alle quali andiamo incontro in un’operazione del genere. Ma ritengo sia l’unico modo per veder crescere in maniera sinergica il nostro territorio".
Entro ottobre le prime erogazioni dei fondi. Alcuni bandi dedicati alla valorizzazione dei borghi
All’interno di questo percorso esiste un cronoprogramma? E quali sono dunque i tempi per l’erogazione dei fondi sul territorio?
“Il cronoprogramma è stato presentato giovedì 4 marzo ad Agrigento, ma forse questo tema, che per me riveste un’importanza straordinaria, non è stato compreso a dovere. Al momento, siamo in piena fase di presentazione dei progetti, in seguito, passeremo alla loro analisi, ed entro il mese di ottobre, potremo fare le prime erogazioni. Accanto a questo, i bandi vanno avanti ed entro la fine dell’anno raggiungeremo la quota immaginata di spesa di 400 milioni, degli 800 complessivi che avremmo potuto spendere.”
In Sicilia sono stati riconosciuti ben 829 borghi. La loro competenza spetta all’assessorato dei Beni culturali, ma la loro utilizzazione rientra tra i vostri compiti.
“Per la valorizzazione dei borghi abbiamo inserito nel capitolato dei bandi un settore dedicato proprio al rurale e ai borghi. Avremo un editing relativo a stampa che esalterà questo nostro percorso. In questo senso, importante e decisivo sarà il dialogo tra il mio dipartimento e quello dell’assessore Armao, alla luce del lavoro comune che ci aspetta. In questo momento, e per nostra grande fortuna, all’interno dell’Amministrazione si dialoga molto e bene. Oltre al censimento che è stato fatto dall’assessore Armao, ne esiste uno fatto dall’assessorato Agricoltura che raggruppa in tre volumi tutti i borghi del territorio. La nostra idea di ripartizione territoriale in 26 aree porterà tutti i protagonisti a perpetrare questo utile dialogo”.