Legge urbanistica da rifare con urgenza

PALERMO – Quali sono le questioni che ritiene più urgenti da affrontare?
“Stiamo portando avanti un’iniziativa con il Governo nazionale, attraverso il ministro Stefania Prestigiacomo, per definire un accordo di Programma che prevede diversi interventi, su cui hanno una priorità assoluta il dissesto avvenuto nei Nebrodi e nella provincia di Messina, a cui si aggiungono interventi che interessano le Madonie, e ancora la provincia di Agrigento e di Trapani.
Preciso che, in perfetta sintonia con l’impegno assunto dal presidente della Regione, il Governo darà sicuramente un segnale forte ed importante al territorio. Escludo, in tale contesto, la vicenda che ha interessato San Fratello e Giampilieri, per cui sono previsti due straordinari interventi dello Stato”.
Ci sono altri interventi normativi su cui l’assessorato al Territorio sta lavorando?
“Con il Governo regionale abbiamo pensato di attivare tre disegni di legge, di cui il primo riguarda l’urbanistica, il secondo il demanio e, per concludere, il terzo si rivolge ai parchi naturali ed alle riserve. Sono tre testi con un’unica direttrice di marcia, dettata da un Piano strategico finalizzato alla valorizzazione di tutto il territorio. La legge sull’urbanistica è ormai una norma superata, è la numero 71 del 1978. Il progetto di legge in questione si rivolge al territorio, attraverso un processo di valorizzazione, strettamente correlato al demanio, regolato dalla legge 15/2005, ed alle riserve naturali.
Cercheremo di dar luogo ad un’iniziativa che possa coinvolgere professionisti, il modo universitario o, ancora, l’Anci, affinché si possa stilare un testo snello ed approvare un Piano regolatore nel più breve tempo possibile. Rimane una preoccupazione, sempre più accentuata, che riguarda due ordini di costruzioni: quelle avvenute nell’assoluta legalità, anche se di fatto si trovano su terreni non edificabili, nonostante il rispetto del Piano regolatore. Ne sono un esempio le vicende che sono accadute a Giampilieri o a San Fratello. Fanno parte della seconda categoria le costruzioni  abusive, la cui questione non è stata affrontata nel Piano casa. Credo a tal proposito che l’Aula avrebbe potuto dimostrare più coraggio, consentendone la ricostruzione”.
E relativamente al disegno di legge sul demanio?
“Esiste una normativa che consente la concorrenza anche sul demanio, attraverso le concessioni demaniali. Il Governo nazionale ha fissato la proroga fino al 2015. Una scadenza che ci pone una problematica di fondo: se la norma dovesse rimanere in vigore, si dovrebbe valutare se sia necessario formulare un testo di legge transitorio per i soggetti che da tempo hanno avviato questo tipo di concessione ed eventualmente prorogarla per più tempo. È comunque necessaria una norma che faccia chiarezza sulla questione, sciogliendone i nodi in atto esistenti nella legge nazionale. Ciò avendo come presupposto la volontà del Governo rispetto alla scelta di recepire una norma nazionale, piuttosto che prorogare il termine delle concessioni”.
Ed infine i Parchi Naturali…
“In Sicilia ci sono quattro parchi naturali e circa 88 riserve. Una risorsa unica che bisogna preservare e custodire, ma anche valorizzare, rendendola fruibile. Rispetto alla legge approvata nel 1988, che ha avuto carattere conservativo, oggi credo che questo obiettivo sia stato ampiamente raggiunto, grazie alle concessioni date ad enti specializzati ed all’azienda forestale. Bisogna puntare allo sviluppo, possibile anche attraverso un processo di identificazione dei luoghi e de prodotti locali”.
Il rigassificatore di Melilli non si farà. Conferma?
“Abbiamo accettato, dopo non pochi sforzi, il rigassificatore di Porto Empedocle, facendo un passo indietro rispetto alla volontà dello Stato. Oggi diciamo no, perché la Sicilia non può essere la sede unica di strutture di questo tipo, ma credo che lo Stato debba individuare altre regioni dove installare i rigassificatori”.
 

 
Il debito astronomico delle Ato Spa causato dai sindaci. Ora passerà alla riscossione degli evasori
 
Rifiuti: perché si sono accumulati i debiti, forse colpa del cittadino che non ha più pagato la Tarsu?
“L’inghippo che ha generato le cifre astronomiche dei debiti, come tutti sappiamo, è dovuto al fatto che una volta create le Ato Spa, si è costituito il Consiglio d’amministrazione, di cui fanno parte i sindaci, che in quanto amministratori della società di gestione dei rifiuti chiedevano l’esborso della tassa, ma in quanto sindaci si rifiutavano di pagare. In poche parole si è creato un conflitto d’interesse. Con il progetto di legge sulla riforma del sistema questo ostacolo sarà superato. Altro aspetto riguarda il blocco degli inceneritori, che ha mandato in cortocircuito tutto il sistema. L’aumento dei costi che la gestione delle Ato ha generato, è stato provocato dall’aumento del 20% dei costi per l’affidamento dei lavori, a cui si sono aggiunti i costi per le nuove assunzioni”.
Si azzererà il debito di 1,073 mld di euro delle Ato Spa?
“Il problema potrebbe essere di facile soluzione: conosciamo il debito accumulato da ogni Ato Spa. Il debito delle Ato passerà alla riscossione degli evasori, attraverso il sistema bancario, consentendone il recupero delle somme. L’ Ato Spa si è fatta carico di un costo che è di gran lunga superiore al ruolo stesso, dovuto anche ai tanti operatori ecologici”.