Università, si riducono le borse di studio

CATANIA – Le conseguenze dei tagli della Finanziaria 2010 (Legge 23 dic. 2009, n. 191) sul sistema universitario saranno, principalmente, la drastica diminuzione delle borse di studio e l’incremento delle tasse e dei contributi, da parte degli atenei, per far fronte a tutti gli aumenti stipendiali – automatici per legge – del personale docente e tecnico-amministrativo. È quanto ha denunciato l’incontro pubblico, “I tagli della Finanziaria e le conseguenze sulle Università siciliane”, promosso dal rettore dell’Università di Catania Antonino Recca, a cui hanno preso parte, oltre che i presidi delle facoltà catanesi, i direttori di dipartimento e i presidenti di corso di laurea, anche diversi parlamentari nazionali e regionali, il prefetto e il sindaco di Catania, e alcuni rappresentanti dei Consorzi universitari di Ragusa e Siracusa.
Durante l’incontro il rettore, nonché membro della Giunta esecutiva della Conferenza dei Rettori (Crui), ha presentato uno sguardo d’insieme sulla situazione finanziaria del sistema universitario, considerando il quinquennio 2008 – 2012, e sull’entità dei tagli introdotti dal Governo. Il quadro ha evidenziato una preoccupante prospettiva, infatti, dal 2009 al 2011 il Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) destinato agli atenei pubblici subirà un taglio di un mld e 361 mln di euro, passando da 7 mld e 491 mln a 6 mld e 130 mln di euro, una riduzione del 18,17% che si somma a quelle relative agli altri importi destinati al funzionamento dell’università: il Fondo di programmazione per lo sviluppo del sistema (-22,06%), il Fondo per l’edilizia (fermo a zero euro), il Fondo per le università non statali legalmente riconosciute (-22,06%), il Fondo per le residenze (-24,46%) e, per finire, il Fondo integrativo per il diritto allo studio (-69,14%).
Quest’ultimo taglio, in particolare, è stato approfondito: considerando che il finanziamento delle borse di studio avviene grazie a tre fonti: una tassa corrisposta dagli studenti; risorse proprie delle Regioni; e il Fondo nazionale integrativo, il cui importo è stato severamente diminuito (-69,14%). Il risultato è che “ci saranno 45 mila borse di studio in meno in tutta Italia. – ha evidenziato Recca – Con la conseguenza che la formazione universitaria diventerà sempre più un privilegio per i più abbienti: in cinque anni, a Catania, ad esempio, si sono ridotti dal 22 al 14% i laureati provenienti da famiglie con genitori non laureati. E questo è un primo inquietante segnale”.
Ciononostante, per il 2012 si stima un reintegro di circa 400 mln di euro per l’Ffo, cifra proveniente dai proventi dello “scudo fiscale” e analoga a quella che quest’anno ha ridato fiato alle casse universitarie, tuttavia tale somma non è prevista per il 2011 dall’attuale Finanziaria. Per questo motivo – ha sottolineato Recca, appellandosi alle forze politiche – “se non intervengono cambiamenti sostanziali, il 2011 sarà un anno nerissimo per le università italiane”. E la strada, obbligatoria, che gli atenei percorreranno per recuperare parte dei fondi necessari per coprire le uscite sarà, oltre alla razionalizzazione delle spesse, l’incremento delle tasse. Ed in questo senso non sono mancate le rassicurazioni del rettore: “vigileremo perché in Sicilia ciò avvenga in maniera equa ed omogenea fra tutte le sedi universitarie, comprese quelle decentrate”.
 


Buone notizie. Quasi raddoppiati gli introiti provenienti dal 5 per mille
 
CATANIA – L’unica notizia positiva dell’incontro, realizzato al posto della cerimonia d’inaugurazione dell’anno accademico, è l’aumento del cinque per mille destinato all’Università di Catania. La cifra passa dai 63 mila e 527 euro (che saranno accreditati proprio nei prossimi giorni) del 2007 (Irpef 2008) ai 118 mila e 144 euro del 2008 (Irpef 2009), un apporto proveniente da 1971 contribuenti. “Queste somme – ha aggiunto Recca – andranno ad integrare il fondo per le borse di studio e gli incentivi a favore degli studenti più bisognosi e meritevoli”. 118 mila euro, dunque, che contribuiranno in minima parte ad attenuare i massicci tagli del Governo al Fondo integrativo per il diritto allo studio.
L’Ateneo catanese è l’unico siciliano a salire nella graduatoria degli enti della ricerca scientifica e delle università beneficiarie del cinque per mille, passando dal 58° al 39° posto e questo – ha rimarcato il rettore – “si tratta di un primo significativo attestato di fiducia verso la nostra istituzione universitaria che proviene dal territorio e giunge nel momento in cui ci apprestiamo ad avviare la nuova campagna per il 5 per mille del 2010”. Nell’elenco, pubblicato dalla agenzia delle entrate, le altre siciliane Unipa, Unime e Unikore si trovano rispettivamente al 32°, 46° e 96° posto.