Il gruppo dirigente cinese ha puntato la sua espansione economica sulla formazione e sull’energia. Sono state attivate decine di Università in tutto il Paese e una dozzina di centrali nucleari. Sono state messe in funzione riforme importanti che stanno portando a una crescita del Pil quasi sempre a due cifre per ogni anno. Si stima che dal 2030 in avanti il Paese asiatico possa superare per ricchezza prodotta gli Stati Uniti, seppure è vero che la sua popolazione è quattro volte superiore.
La Cina ha messo in moto una sorta di calamita con la quale attira investimenti da tutto il mondo. Non vi è Paese sviluppato che non abbia investito ed impiantato direttamente, o mediante joint venture, proprie filiali nell’immenso territorio. L’esposizione universale di Shangai, che sarà inaugurata il 1° maggio, è un immenso palcoscenico delle opportunità di crescita che vi sono in loco.
Vi sono altre due importanti strade su cui si espande l’economia cinese: la prima riguarda i milioni di propri figli sparsi per il mondo che vengono alimentati finanziariamente e che conquistano spazi commerciali e interi territori.
Il Brasile è, fra le economie emergenti, quella più solida. Il suo Pil 2008 è stato di 1.538 miliardi di dollari ma quel che più conta è la crescita a due cifre. Il presidente Lula da Silva, che non potrà essere confermato avendo esaurito i suoi due mandati, è riuscito a mettere sotto controllo l’inflazione, a rendere il Paese autonomo dal punto di vista energetico con la coltura e la produzione dell’etanolo, a sviluppare i commerci con tutto il mondo, a rendere forte il Real che oggi è una moneta estremamente appetibile.
Con i suoi 8,5 milioni di chilometri quadrati il Paese sudamericano è grande 28 volte l’Italia, ha una popolazione di quasi 200 milioni di abitanti e una forma di governo federale composta da 26 stati. La capitale politica è Brasilia, con 2,6 milioni di abitanti, ma la vera capitale è Rio de Janeiro. Anche nel Paese sudamericano i punti di forza sono l’energia e la formazione con la ricerca, senza delle quali nessun programma può essere attuato. I Paesi avanzati dovranno tener conto di questi due competitori, veri diamanti dell’economia.