Gli enti locali fanno crollare le scuole 4.300 edifici, solo 294 progetti presentati

PALERMO – Sono 8 milioni e 600 mila euro i fondi stanziati per la messa in sicurezza delle scuole siciliane nel 2008 e utilizzabili quest’anno. Ma l’assessorato regionale alla pubblica istruzione ha ricevuto solo 294 progetti di  adeguamento strutturale, e di questi, appena 191 sono stati giudicati ammissibili, di cui ne verranno realmente finanziati 26 o 27. Sarà l’Inail (Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro) promotore del bando di finanziamento, a dire l’ultima parola e a scegliere entro settembre gli istituti da ristrutturare.

La cifra è irrisoria rispetto all’importo complessivo delle richieste, circa 75 milioni di euro. Ed è certamente inadeguata rispetto al numero di edifici scolastici censiti: circa 4.300. Ma quello che salta all’occhio è soprattutto l’esiguità dei progetti presentati per far fronte alla ristrutturazione delle scuole. Tornando ai finanziamenti, per il 2010 le cifre scendono ulteriormente a 2.458.909 euro.
Queste cifre destano perplessità ed allarme soprattutto in un territorio a rischio sismico come quello siciliano, dove secondo una rilevazione di Legambiente, il 94% circa degli edifici scolastici non è adeguato alle norme antisismiche previste dalla legge 62 del 1974.

L’ufficio scolastico regionale è ben consapevole dei problemi strutturali delle scuole: su 4.250 plessi, il 15% è rappresentato da edilizia scolastica impropria, cioè case private, costruite prima del 1974 e spesso senza adeguate misure di sicurezza, ma sull’utilizzo dei fondi esprime delle perplessità: “I soldi ci sono, ma mancano i progetti degli enti locali. Difficilmente a fronte di priorità ed emergenze varie, i Comuni e le Province si indebitano o chiedono mutui per le scuole di loro competenza”.

I progetti di adeguamento, secondo la legge finanziaria del 2007, dove erano indicati i fondi per la messa in sicurezza, richiederebbero una compartecipazione del 33% al capitolo di spesa, in sodalizio con lo Stato e la Regione, ma con le casse vuote  non c’è interesse a partecipare neppure al bando. L’ufficio per l’edilizia scolastica ribadisce che i finanziamenti sono a totale carico della Regione e smentisce che i fondi assegnati alla Sicilia, in modo diretto e con le economie provenienti da altre regioni siano di 30 milioni per il triennio 2007-2009.

Ma quali criteri guidano gli interventi di ristrutturazione e i finanziamenti conseguenti? Le schede di valutazione sullo stato degli edifici vengono compilate dagli enti locali e guardano alla popolazione scolastica, alla vetustà, al numero dei docenti e del personale e ad altre voci.

Al termine della ricognizione ogni scuola ottiene un punteggio: tra i progetti finanziabili quest’anno, una scuola ha totalizzato 2.794 contro un minimo di 1.776. La cifra massima che potrà essere erogata per i lavori non supera i 350 mila euro. I punteggi, oltre che essere rilevati scuola per scuola, vengono anche monitorati a livello provinciale dalla protezione civile che stila una sua graduatoria di intervento: le città con un punteggio elevato meritano maggiore attenzione ed investimento. Enna con 43 punti, Messina e Catania con 41 sono le tre province che richiederebbero interventi immediati.
Secondo la graduatoria dei progetti in via di approvazione proprio Catania farebbe la parte del leone: 10 progetti approvati su 27 presentati, due poi sono concentrati nella città di Paternò che già lo scorso anno aveva usufruito dei fondi. Un progetto in realtà include spesso più plessi scolastici per cui il risanamento e la messa in sicurezza si limita ad interventi minimi. “Manca una seria programmazione, dichiarano alcuni addetti ai lavori presso il servizio di edilizia scolastica dell’assessorato, non possono essere solo le schede compilate dai Comuni per le scuole elementari e medie o le Province per le superiori, a decidere la finanziabilità di un’opera. Spesso gli enti rinunciano perché le note del bando sono molto complesse e gli uffici tecnici deputati non riescono ad assolvere a tutte le richieste. Inoltre da 15 anni non si investe quasi in scuole nuove e tutte quelle consegnate son state appaltate molto prima”.

Le responsabilità rimbalzano tra gli amministratori, i numeri non sempre sono interpretati in modo univoco ma un dato diventa inconfutabile: varcare la soglia di una scuola in Sicilia ci fa sentire un po’ meno sicuri.