SIRACUSA – Il segretario territoriale Ugl-Chimici di Siracusa, Enzo Toscano, dopo un recente incontro con gli iscritti, riguardante l’aspetto occupazionale e di sicurezza dello stabilimento Polimeri Europa di Priolo, ha ritenuto opportuno inviare una nota indirizzata ai ministri del Lavoro e delle Politiche Sociali, allo Sviluppo Economico, all’assessorato regionale al Lavoro, alla Procura della Repubblica, al prefetto di Siracusa e all’Ispettorato al Lavoro, in cui evidenzia “le criticità in atto alla Polimeri Europa Gruppo Eni di Priolo, a fronte di un accordo, siglato dalla triplice, che vede assottigliarsi paurosamente i margini di sicurezza dell’impianto Etilene”.
“Sono stati attentamente analizzati – dice Toscano – gli ultimi accordi sottoscritti dagli agenti sindacali presenti in azienda, (ad eccezione di quelli dell’Ugl), che hanno visto attuarsi un programma di riorganizzazione, voluto dalla società, per il sito in questione. Tale riorganizzazione prevede una riduzione generalizzata d’organico che, anche a causa dell’attuale periodo di crisi globale, la società ha inteso applicare per ridurre i cosiddetti “Costi Fissi”. Quindi – sostiene Toscano – non solo riduzione d’organico ma anche razionalizzazione di permessi retribuiti, fruizione ferie e recuperi d’orario, se non esplicitamente motivati, al fine di evitare che essi generino eccessivo straordinario. Inoltre – continua il sindacalista – analizzando la riduzione dell’organico in turno all’impianto Etilene di Polimeri Europa, non è chiara la reale fattibilità in termini di sicurezza di tale riorganizzazione, fortemente contrastata dalla Ugl. Infine, la considerazione che un precedente accordo sulla mobilità potrebbe causare la fuoriuscita di personale con notevole bagaglio di conoscenza tecnico – specialistica oltre che di esperienza, rimpiazzato con personale nuovo che, per quanto qualificato e con titolo di studio adeguato, non potrà certo sopperire, in tempi brevi, alla conoscenza acquisita negli anni dal personale in uscita, aggrava ulteriormente la condizione di sicurezza generale. Da tutto ciò scaturisce il diniego dell’Ugl all’apporre la firma su un accordo di mobilità che ha dimostrato, nei fatti, di essere una pura e indiscriminata riduzione di personale anche in quegli impianti e per quelle posizioni assolutamente necessarie per la sicurezza dei siti e delle persone”.