PALERMO – Una seduta d’aula dedicata alla nomina dei componenti dell’Alta Corte. La chiederà formalmente all’Ars il presidente del gruppo Pdl, Innocenzo Leontini.
È la risposta all’editoriale del direttore del Quotidiano di Sicilia, Carlo Alberto Tregua, che ieri aveva chiesto un commento a tutti i capigruppo presenti a Palazzo dei Normanni sulla mancata nomina dei membri dell’organo giurisdizionale previsto dall’articolo 24 dello Statuto. L’Alta Corte ha funzionato solo dieci anni. Nel 1957 la Corte Costituzionale l’ha “disattivata” automaticamente con una sentenza, secondo il principio di unità di giurisdizione nel Paese.
Il Quotidiano di Sicilia ha chiesto un parere ai parlamentari e le loro eventuali iniziative per ripristinare una Consulta cancellata con un atto “che non era nelle sue prerogative”, spiega il direttore, perché “come è noto due organi costituzionali non possono elidersi a vicenda”. Inoltre, la Regione siciliana “preesisteva alla Costituzione e non fu da essa istituita, bensì riconosciuta”.
Interviene Innocenzo Leontini, presidente Pdl all’Ars: “L’applicazione piena dello Statuto, come purtroppo abbiamo visto negli anni, è sempre stata di difficile realizzazione. Ne è prova evidente e dolorosa la mancata attuazione dell’articolo 37 della Carta regionale, quello che prevede che le aziende, anche se con sede principale fuori dall’Isola ma con stabilimenti che operino entro i nostri confini, versino nelle casse della Regione quota parte delle loro tasse”.
Il deputato aggiunge: “Sembrerebbe che l’applicazione delle norme statutarie sia o, meglio, debba essere assolutamente automatica. Ma così non è stato. La nomina dei membri di pertinenza regionale dell’Alta Corte non è più procrastinabile. Per questo, mi impegno subito a intervenire istituzionalmente, presso il presidente dell’Ars, affinché si convochi una seduta nel corso della quale si arrivi alle nomine”.
Ieri sul Quotidiano di Sicilia è intervenuto Francesco Musotto, presidente del gruppo Mpa all’Ars. Il parlamentare ha detto che “occorre un impegno corale fino ad oggi mancato”. Il Movimento per le Autonomie si è “intestato la battaglia per la piena attuazione degli articoli 23 e 24 dello Statuto”.