PALERMO – Non è cominciato sotto i migliori auspici l’esame della Finanziaria all’Assemblea regionale siciliana. Ieri mattina l’Ars ha approvato gli articoli 8, 9 e 10 che prevedono l’aumento delle tariffe in materia di motorizzazione, nuove tasse per le concessioni governative regionali e l’istituzione dell’Irap (imposta regionale sulle attività produttive) che viene istituita come tributo proprio della Regione a decorrere dal 1 gennaio 2010.
Sarà un decreto del presidente della Regione ad adottare il regolamento per la disciplina della liquidazione, dell’accertamento e della riscossione dell’Irap. Saranno soggetti individuati dal regolamento a gestire l’imposta che, nell’attesa della nuova regolamentazione, sarà gestita in base alle attuali disposizioni di legge.
È stato invece nuovamente accantonato, su richiesta dell’assessore all’Economia Michele Cimino, l’art.4 su “assegnazioni agli enti locali per il triennio 2010-2012”. Approvato quello che istituisce una tassa di 10 euro a ettaro per i proprietari di fondi che vogliono vietare al loro interno la caccia. Approvato l’articolo 11 che riduce di 25 milioni di euro la dotazione del fondo di rotazione dell’Irfis, l’Istituto Mediocredito siciliano, controllato per il 76% dal Banco di Sicilia (gruppo Unicredit) e per il 21% dalla Regione siciliana. Entro 30 giorni dall’entrata in vigore della manovra economica, l’Irfis dovrà versare la somma nelle casse della Regione. In seguito si è sfiorata la rissa. Nello scontro, che a quanto pare non è stato solo verbale, è stato coinvolto Cateno de Luca (Gruppo Misto) che è intervenuto per criticare la Finanziaria, Dino Fiorenza (Gruppo Misto) e Carmelo Incardona (Pdl Sicilia). Gli animi si sono surriscaldati, complice la stanchezza per un clima teso di tutta la settimana. A tal punto che il Presidente dell’Ars Francesco Cascio è stato costretto a sospendere la seduta. Dopo le prime approvazioni della Finanziaria, sono stati diramati i commenti dei capigruppo: “Una manovra, quella finanziaria e di bilancio, del governo Lombardo e del Pd, scriteriata e dannosa” ha dichiarato ieri il capogruppo del Pdl, Innocenzo Leontini, poco prima dell’interruzione.
Numerosi gli interventi fin dall’inizio e su ogni articolo: a Fabio Mancuso (Pdl) e Cateno De Luca (gruppo Misto) spetta il primato degli interventi. I due deputati hanno preso la parola su ognuno degli articoli discussi; L’assessore al Turismo, Nino Strano, ha detto di restare perplesso per la decisione del presidente Cascio di dichiarare improponibile l’articolo 110 della Finanziaria, con il quale venivano ripristinati e solo in parte, i fondi per l’incremento turistico verso la Sicilia. “Mi aspetto da parte sua – ha proseguito Strano – un sostegno agli emendamenti da me proposti a favore del Comitato italiano paraolimpico”.
Molti dei quattromila emendamenti sono stati eliminati. Dei 145 articoli originari della manovra, 25 sono stati stralciati, in tutto o in parte, dalla presidenza dell’Ars. Tra i motivi dell’esclusione la estraneità rispetto alla Finanziaria, la mancanza di copertura, l’illegittimità costituzionale o il contrasto con la normativa europea. Con essi decadono anche tutti gli emendamenti connessi. Non è passato per esempio l’art. 43, che secondo l’allarme dei sindacati avrebbe potuto aprire le porte alle assunzioni del personale esterno degli uffici di gabinetto degli assessorati regionali. Salta anche l’articolo 71, (rimborso Irpef ai cassaintegrati, voluto dal Pd).
“Sapevamo che era una norma a rischio perché la materia è di competenza statale”, ha dichiarato Antonello Cracolici, capogruppo del Pd, che sottolinea come le proposte principali dei democratici, dal credito di imposta alle zone franche urbane, abbiano superato il primo scoglio. Saltato l’art. 12 (contributo delle imprese per danni all’ambiente). Bloccati anche gli aumenti per i pensionati regionali (articolo 41) e l’istituzione delle sedi decentrate del dipartimento Acqua e rifiuti.
Stralciate le norme sulla privatizzazione dell’Ast (articolo 81 comma 2) e quelle che istituivano l’osservatorio sulle attività teatrali, il fondo regionale di garanzia per l’artigianato, le reti di monitoraggio ambientale, i parchi naturalistico-geominerari e il Parco naturale Monti Peloritani. Salta anche la norma sul personale dei consorzi di bonifica.
Il Governo si è dichiarato soddisfatto di una manovra che ammonta a 27 miliardi e 196 milioni. Il maxiemendamento stanzia una serie di risorse: tra gli altri, i fondi per l’Inda e per Taormina Arte, contributi a sostegno della maternità (3 milioni in 3 anni), 6 milioni per il Teatro Massimo di Palermo, altrettanti per il Bellini di Catania, 150 mila euro per l’archivio Rai, 9 mila euro per l’Orchestra sinfonica, 300 mila euro per un triennio alle Orestiadi di Gibellina, più di un milione all’anno per la vigilanza dei siti minerari, 4 milioni e mezzo all’anno per tre anni alle Università siciliane, 15 milioni per il triennio 2010-2012 per la prevenzione degli incendi.